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L’impatto zero diventa un trend

15 December 2007
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Un’indagine commissionata da Henkel ad Astra Ricerche su un campione di 2.000 persone indica che dal 2000 al 2006 la responsabilità ambientale ha aumentato la sua importanza del 78%, a scapito, per esempio, della domanda di qualità che è scesa dal 62% al 51% nello stesso periodo.
Un trend, quello dell’impatto zero, che è già stato colto da molte industrie leader per accattivarsi le simpatie dei consumatori più eco-consapevoli. Vediamo qualche esempio.
Indesit ha importato dagli Stati Uniti la moda del venerdì casual: le giacche e le cravatte vengono sostituite dalle t-shirt e si diminuisce l’uso dei condizionatori.
Ricoh recupera e ricicla il 50% dei prodotti che immette sul mercato e impone ai dipendenti l’uso esclusivo di mezzi pubblici per almeno una settimana all’anno. Inoltre investe 1,3 milioni di euro all’anno per promuovere progetti a sostegno dell’ambiente.
Panorama, settimanale del gruppo Mondadori, si è impegnata a mettere a dimora un numero adeguato di alberi tale da sopperire alle emissioni di anidride carbonica causate dai suoi processi produttivi.
Mediaworld a febbraio ha varato l’iniziativa Pro Green per informare i consumatori sui vantaggi economici e ambientali degli elettrodomestici bianchi di classe A e delle lampade a basso consumo (con incrementi di vendite del 70% su questi prodotti).
Un’iniziativa analoga, sulle lampadine a basso consumo, l’ha intrapresa Obi, l’unica insegna GDS brico che vende pannelli solari, con la collaborazione di Legambiente.
Whirlpool Europe ha lanciato lavatrici a impatto ridotto con purificazione delle acque grigie residue.
Henkel ha ridotto - e fatto sapere ai consumatori - che dal 2002 al 2006 ha ridotto del 30% i rifiuti non riutilizzabili e del 27% i consumi di energia.