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Indossare la praticità tutto il giorno

03 November 2010
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Qualità, design e nuove proposte fanno superare i risultati negativi del 2009, a un comparto che privilegia il canale dell’antinfortunistica e della rivendita tradizionale.

Capi per resistere alle basse temperature, capi ad alta visibilità, capi ignifughi, capi trasformabili e facilmente riponibili: sono tra le proposte delle aziende che operano nel comparto dell’abbigliamento da lavoro, che va distinto da quello protettivo. Il primo, infatti, non è obbligatorio e in quanto tale ha risentito maggiormente della flessione di mercato. Da una stima approssimativa fornita dalle aziende intervistate, tale mercato è intorno ai 150 milioni di euro.

C’è positività nel settore


Certamente, come affermano in Diadora Utility, l’abbigliamento da lavoro “ha subito maggiormente l’effetto crisi nel 2009 in quanto non obbligatorio per tutti i settori e soprattutto perché è difficile definirne i limiti di usura”, con percentuali di flessione che oscillano tra il 20 e il 30%. E secondo l’azienda la ripresa è più evidente per le richieste da parte degli artigiani, che rispetto all’industria hanno recuperato più velocemente lo svantaggio.
“Il prodotto di qualità ha trovato i propri estimatori proprio durante questa crisi” afferma Massimiliano Tomasoni, country manager Italia di Blåkläder Italia; stesso discorso da parte di Emanuela Farneti, responsabile marketing di Sperian Protection: “registriamo al contrario delle difficoltà da parte di quei produttori che hanno puntato, soprattutto nel corso di questi ultimi anni a una politica di prezzo più che di qualità generando una vera e propria esasperazione nella battaglia del prezzo fra chi ha aderito”. In particolare, l’azienda evidenzia che “TimberlandPRO riscontra un forte interesse presso l'impresa medio piccola ove è più sentita la necessità di differenziarsi rispetto agli standard classici in termini di stile e caratteristiche. Nelle realtà più grosse l'interesse è meno focalizzato a differenza di quanto accade all'estero”.
Anche gli investimenti hanno portato i risultati, come ci spiega Luca Cardillo, direttore commerciale di Gruppo P&P Loyal: “lo studio portato avanti sui tessuti speciali anticalore ci vede oggi tra le aziende leader del mercato negli indumenti ignifughi/antistatici resistenti all'arco elettrico e nei completi trivalenti ignifughi/antistatici e antiacidi che realizziamo con Kermel e fibra di carbonio su una base di cotone”.
Dettagliata l’analisi di Andrea Baita, responsabile commerciale e marketing di Industrial Starter, che dichiara che “l'andamento delle vendite risente di una forte contrazione nelle vendite dei prodotti basic o tradizionali legati alle medie e grandi forniture; regge invece il mercato dei prodotti di fascia media. Il mercato richiede continuamente novità con non facili problemi di gestione del prodotto: il ciclo di vita di un prodotto di abbigliamento oggi è al massimo di 3 anni”.
Più tendente a una stabilità è quanto emerge dal commento di Ft sul trend di mercato, mentre “timidi segnali di ripresa” sono evidenziati da Giorgio Moschini, responsabile commerciale e marketing di Plano Europe.

Esporre sul punto vendita


Tante le proposte per presentare al meglio le collezioni in negozio: dagli espositori multiprodotto di Seba Protezione ai display metallici con crowner per il logo e stand floor durante le promozioni autunno/inverno e primavera/estate di Snickers Workwear, che propone anche “giornate ad hoc sul punto vendita con supporto di merchandising” aggiunge la responsabile marketing Martina Allegrucci.
Totalmente personalizzate sono le soluzioni offerte da Plano Europe. “I nostri rivenditori autorizzati - spiega Giorgio Moschini, responsabile commerciale e marketing - ricevono in comodato gratuito espositori lineari e a isola totalmente modulari, manichini e camerini in grado di esporre perfettamente i capi e tutti gli altri prodotti del mondo Manovre by Plano”.
Tra le molte proposte di Blåkläder Italia si evidenziano gli shop in shop, che l’azienda precisa essere a proprio carico senza impegni finanziari del cliente per quanto riguarda l'arredamento. Più importante per l’azienda, però, è la formazione del personale di vendita sia presso la propria struttura sia presso il rivenditore.
Tra le ultime proposte di Cofra, Domenico Esposito, responsabile commerciale Italia, ci presenta “una parete espositiva con spogliatoio personalizzato, per garantire massima visibilità del marchio ed esporre i capi della collezione Cofra nella maniera più adeguata”.
Ma per fare una buona comunicazione è necessario anche sfruttare le potenzialità di internet. È quanto ha fatto Sperian Protection con un sito che non solo fornisce informazioni sul prodotto ma anche indicazioni sulla reperibilità dello stesso.

Alla ricerca di un consiglio


Secondo Alberto Minarelli, amministratore delegato di Seba Protezione, è presso gli specialisti di prodotti antinfortunistici che con un’adeguata esposizione si possono vendere meglio i capi di abbigliamento “perché riescono anche a dare assistenza e consigliare il prodotto più idoneo”. Della stessa opinione anche in Fro-Air Liquide Welding Italia, mentre Ariete Group aggiunge che rispetto ad altri questi punti vendita “ottengono i maggiori risultati grazie all’esposizione massiccia di prodotti d’abbigliamento”.
In Plano Europe si distingue tra i punti vendita: “il canale dell’antinfortunistica è forse quello più tecnico anche se è molto attento al fattore prezzo e non molto a quello estetico” precisa Giorgio Moschini, responsabile commerciale e marketing. “Il mondo della - rivendita tradizionale privilegia gli aspetti tecnico estetici, mentre il canale edile così come la GDS dedicano una particolare attenzione al prezzo”.
“Potenzialmente ogni canale può essere adatto” dichiarano in Ft, ma “tutto dipende dall’attenzione che viene posta al settore, dallo spazio che viene dedicato e dalla disponibilità del personale adibito a questa categoria merceologica”. E anche Andrea Baita, responsabile commerciale e marketing di Industrial Starter è d’accordo, ma aggiunge “anche se con problematiche diverse”.
Ma per chi punta all’alta qualità come Blåkläder Italia, il canale della ferramente specializzata risulta essere il miglior veicolo per promuovere i propri articoli.
Anche l’acquisto d’impulso ha la sua importanza, evidenzia Luca Cardillo, direttore commerciale di Gruppo P&P Loyal: “secondo la nostra esperienza il canale di vendita più adatto è quello che si avvale di una rete di distributori specializzati che puntino su un marchio e diano sufficiente visibilità ai prodotti. L'acquisto di impulso derivante dalla possibilità di vedere e toccare l'indumento è fondamentale per l'utilizzatore che può valutare consistenza e robustezza dei materiali e dei colori”.
Punta invece al tipo di interlocutore Roberta Marta, responsabile marketing di Siggi Group: “ci sembra comunque interessante lavorare sia con i rivenditori sia con gli utilizzatori finali, cioè le industrie. I rivenditori ci permettono di essere capillarmente presenti su tutto il territorio, con l’utilizzatore finale, invece, si trattano quantità più interessanti”.

Il “tempo tuta” ha un prezzo
Con il termine “tempo tuta” si intende il tempo impiegato dal lavoratore per indossare gli abiti da lavoro e recentemente la Cassazione ha stabilito che “al tempo impiegato dal lavoratore per indossare gli abiti da lavoro deve corrispondere una retribuzione aggiuntiva”. La Cassazione ha respinto il ricorso di un'azienda contro una sentenza della Corte d'appello di Roma, la quale aveva riconosciuto tale diritto ai dipendenti. L’azienda, nel suo ricorso, aveva sostenuto che il 'tempo della vestizione non richiede applicazione assidua e continuativa ed è equiparabile ad un riposo intermedio ovvero al tempo necessario per recarsi al lavoro'.


I pittogrammi sull’etichetta
Nei capi di protezione l’etichetta deve riportare lo specifico pittogramma che indica il tipo di rischio per cui l’indumento è destinato. Nel caso in cui non siano presenti la norma di riferimento e il relativo pittogramma, il capo dev’essere considerato idoneo a impieghi per rischi minori (1ª categoria).