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Casseforti: la sicurezza passiva che protegge beni e valori

20 March 2008
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I sistemi di protezione passiva come le casseforti sono stati tra i primi metodi usati per la protezione degli oggetti preziosi o i documenti importanti. Oggi il mercato propone una vastissima gamma di modelli che vanno incontro a ogni esigenza, e centinaia di migliaia di persone ormai installano una cassaforte in casa propria. Per questo, qualche produttore e le associazioni di categoria parlano di andamento del settore in crescita, con buone previsioni per il 2008, nell’edilizia nuova e popolare.
Visto che le proposte sono così tante, può essere difficile scegliere la soluzione adatta alle varie esigenze, e prima di procedere all’acquisto è necessario ricordare che la funzione di una cassaforte non è soltanto quella di contenere gioielli o denaro ma qualunque cosa rappresenti un valore (documenti) o un pericolo (armi). Solitamente sono considerate piccole le casseforti a muro che non superano i 10 litri di volume interno e a mobiletto non oltre i 20 litri; mentre sono medie quelle a muro con dimensioni da 11 a 30 litri e a mobile da 21 a 50 litri. Le grandi casseforti a muro superano i 31 litri di volume esterno, mentre quelle a mobile vanno oltre i 50 litri.
Tra meccaniche, elettroniche o combinate, l’imbarazzo della scelta sussiste anche fra le tipologie di chiusure, e i sistemi che utilizzano la sola chiave sono sicuramente i più diffusi e i più semplici da utilizzare, sbloccando i bottoni del combinatore e componendo la combinazione personale, per poi aprire la serratura con la chiave. Se per aprire la cassaforte è necessario sbloccare il combinatore digitando la combinazione su una tastiera che comanda il sistema elettronico, nella scelta del codice personale è meglio non adottare sequenze numeriche regolari o facilmente riconducibili alla propria persona o famiglia. Occorre anche evitare di trascrivere il codice d’accesso, modificandolo di tanto in tanto per una maggiore sicurezza.
Altro elemento fondamentale è la scelta dell’alloggiamento della cassaforte. Quelle da murare offrono maggiore sicurezza contro i tentativi di scasso. Oltre a mimetizzarsi facilmente, infatti, sono dotate di particolari alette antistrappo che ne rendono estremamente difficoltosa l’asportazione dalla parete. Ma per poter installare una cassaforte a muro bisogna disporre di una parete portante sufficientemente profonda. Una cassaforte con una profondità di 20 cm, per esempio, deve essere incassata in un muro con uno spessore non inferiore a 30 cm. In assenza di mura abbastanza profonde, è meglio optare per una cassaforte a mobile. Solitamente sono facili da montare, con fori sullo schienale e sul fondo che consentono il fissaggio rendendone difficoltosa l’asportazione. In generale, comunque, le casseforti più diffuse in ambito residenziale sono quelle a muro, seguono quelle a mobile ancorabili direttamente al pavimento, quindi gli armadi blindati e ignifughi per i documenti.

Installazione a muro o a mobile?


Disponibili in una vasta gamma di modelli e misure e viste le loro dimensioni contenute, le casseforti a muro sono utilizzate principalmente in ambito residenziale. Oltre alla classica serratura a chiave, sono disponibili chiusure a combinazione meccanica ed elettronica o doppio sistema combinato. La qualità intrinseca dipende ovviamente dal materiale usato per le pareti e per il frontale e dal relativo spessore, dall’esecuzione del fissaggio a muro e infine dal tipo di serratura. La corretta installazione prevede un solido incasso nel muro tramite barre di rinforzo annegate nel cemento di riempimento. È da preferire una posizione a sbalzo, per “disturbare” un eventuale attacco dalla parte posteriore della cassaforte (esterno edificio). Normalmente una cassaforte si nasconde, “ma appunto perchè è la prassi viene cercata e di solito trovata”, spiega Luigi Rubinelli, responsabile ricerca e sviluppo in Conforti. “Se poi è tanto nascosta finisce per non essere mai utilizzata, e questo non è da trascurare. Oltre a essere facilmente fruibile, quindi, la cassaforte a muro non deve essere installata in muri condivisi con altre proprietà o accessibili dal retro, meglio se di cemento armato o comunque a doppio strato di mattoni con ancoraggi ben rientranti”.
Dal momento che non beneficiano della protezione di un muro, e quindi possono essere attaccate su ogni lato, le casseforti a mobile devono avere un grado di protezione superiore e pareti con uno spessore maggiore. Il fissaggio deve avvenire con l’ausilio degli appositi tasselli chimici o tramite l’imbullonatura a una piastra di fissaggio precedentemente annegata nel pavimento. Nei modelli base destinati al mercato residenziale le caratteristiche costruttive sono simili a quelle dei modelli a incasso, comprese le serrature. Mentre i modelli destinati al professionale, o comunque di alta sicurezza, sono costruiti con tecniche più sofisticate e materiali più resistenti, con l’acciaio che fa la parte del leone. Il corpo e i battenti sono costruiti con un doppio involucro in lamiera d’acciaio, i battenti e i punti vitali sono protetti contro la perforazione. Il movimento di chiusura è azionato da una maniglia esterna che comanda l’espansione di chiavistelli, mentre sul lato cardini è presente un profilo continuo antistrappo. “Le casseforti a mobile trovano normale installazione sul fondo degli armadi”, aggiunge Luigi Rubinelli. “Le normative EN 1143-1 prevedono che quelle di peso inferiore a 1000kg siano ancorate, e normalmente le certificate hanno predisposizioni per l’ancoraggio sia alla base sia sul dorso”.
Progettati come mezzi di custodia, vi sono infine gli armadi blindati, i quali risolvono problemi di archiviazione e protezione garantendo sicurezza e riservatezza in ambienti lavorativi di ogni tipo. Di dimensioni simili a un comune armadio, hanno corpo e battenti in lamiera d’acciaio piegata e sagomata lungo i bordi, per rendere la struttura inamovibile e più resistente lungo tutto il perimetro ai tentativi di scasso. Per prevenire i danni causati dal calore di eventuali incendi, sono disponibili anche armadi blindati atermici e ignifughi, che proteggono carta e supporti magnetici.

Leggere o pesanti ma sicure


Per avere una panoramica sulle richieste che i costruttori devono comunemente fronteggiare bisogna innanzitutto fare una differenza tra casseforti “leggere”, come quelle che si trovano nelle ferramenta, e casseforti “pesanti” strutturalmente simili a quelle professionali. Come già anticipato, le differenze sostanziali sono nei materiali utilizzati. Le casseforti di tipo professionale sono generalmente certificate EN 1143-1 (Mezzi di custodia. Requisiti, classificazione e metodi di prova per la resistenza all’effrazione. Casseforti, porte per camere corazzate e camere corazzate), norma europea che ne definisce i livelli di sicurezza, e montano serrature certificate EN 1300. Le casseforti “leggere” non sono quasi mai certificate, ma se lo fossero rispetterebbero la normativa EN 14450 relativa ai “secure storage cabinets”, quindi fuori dalla definizione di cassaforte. Normalmente i clienti più esigenti non si fanno affascinare solo dal prezzo, ma cercano un marchio affermato nel mondo della sicurezza, che possa fornire loro un prodotto di qualità, e un rivenditore qualificato in grado di dare un parere sulle necessità specifiche e la garanzia di un servizio duraturo nel tempo.
La sicurezza, quella vera, è la somma dei termini derivanti dalla sicurezza fisica (strutture di contrasto all’accesso, per esempio), elettronica (segnalatori d’intrusione che accorciano i tempi di reazione) e organizzativa. Quest’ultimo aspetto considera il modo di operare dell’utente (l’impianto d’allarme deve essere inserito perché faccia il proprio dovere e la cassaforte deve essere chiusa per proteggere i valori, per esempio), perché “non esiste una soluzione definitiva, e la sicurezza non s’improvvisa ma deve essere progettata”, insiste Luigi Rubinelli. “Nel settore professionale il livello è ormai molto alto, tanto che i furti per scasso nelle banche sono praticamente azzerati. Nell’ambito privato, invece, molto si può ancora fare, ed è importante scegliere le protezioni in funzione delle differenti realtà e necessità. Per questo, ci si deve rivolgere ad aziende specializzate, che possano indirizzare il cliente su soluzioni congrue e coerenti con le aspettative”.
Tutti i mezzi di sicurezza passiva come le casseforti, indipendentemente dal loro grado di sicurezza, hanno l'obiettivo di proteggere i beni contenuti al loro interno rendendo difficile il furto o ritardando la loro asportazione. Per aumentarne la sicurezza, è sempre meglio abbinarle a sistemi di sicurezza attiva (impianti d’allarme, telesorveglianza, dispositivi di controllo accessi) per offrire alla vigilanza un tempo di intervento più ampio e quindi diminuire la percentuale di rischio. Un esempio è dato dalla gamma Complice di Fichet-Bauche, distribuita da Gunnebo Italia, che a richiesta prevede un contatto che si può collegare al sistema di allarme per fornire una segnalazione in caso di apertura della porta.

Confortanti previsioni per il 2008


Malgrado i produttori non siano così ottimisti sull’andamento del mercato (vedere box “Il mercato in sintesi”), e qualcuno parli addirittura di situazione in stallo o in fase discendente, sul fronte associazioni sembra esservi una maggiore positività. Secondo le elaborazioni Anima (Federazione delle associazioni nazionali dell'industria meccanica varia e affine) su dati Istat, infatti, nel corso dell’anno appena conclusosi il mercato che comprende casseforti, porte corazzate e cassette di sicurezza ha dato “timidi segnali di ripresa, più forti nel secondo semestre, consentendo confortanti previsioni per il 2008. “È previsto un aumento della produzione del 7% circa, con un adeguamento dei listini prezzi che permetterà di recuperare l’aumento dei costi di produzione”.
Buone anche le prospettive sui mercati internazionali, malgrado sia previsto il permanere di una forte concorrenza di prodotti esteri a basso prezzo e di qualità scadente. A questo proposito Anima, Confindustria e le varie Associazioni di categoria auspicano una maggiore attenzione del Governo, affinché vigili su quella grossa fetta di importazioni dall’Asia (stima attuale 50% sul totale) che non rispettano le normative europee e non offrono requisiti di sicurezza per gli utenti finali.

Consigli per i meno esperti


Gli utilizzatori meno esperti devono partire dal presupposto che un prodotto a marchio risponde sempre a requisiti di qualità. Poi vi è la certificazione, che dà un’ulteriore indicazione di affidabilità. Dopo di che sta al rivenditore spiegare al cliente le caratteristiche tecniche del prodotto: se c’è o meno una piastra d’acciaio al manganese a protezione dei meccanismi, quale sia lo spessore delle lamiere d’acciaio utilizzate, la tipologia di serratura, la costruzione delle cerniere eccetera.
Pensare che una cassaforte da muro sia più sicura di una da appoggio solo per il fatto che vi è, appunto, un muro è sbagliato. Se il materiale di costruzione non è buono, per esempio, o la serratura è economica, è più semplice aprire la cassaforte murata. Bisogna ricordare anche che i grandi vantaggi della serratura elettronica comune sono la praticità e la semplicità di utilizzo, in quanto non vi sono chiavi da nascondere. La bontà della serratura è data ancora una volta dai materiali di costruzione, dai catenacci e dalla scheda elettronica. Chi non ha molta dimestichezza con l’elettronica può comunque scegliere una soluzione meccanica o a chiave, perché i grandi marchi offrono un ampio ventaglio di soluzioni di qualità.


Test previsti dalle norme
La norma europea di riferimento per le casseforti professionali è la UNI EN 1143-1, che classifica i prodotti in 14 gradi di resistenza crescenti da 0 a XIII. Le casseforti da 0 a X prevedono due prove: accesso parziale e accesso totale, che generano due valori di resistenza (RU) ai quali corrisponde un certo grado di resistenza. L’Icim (Istituto italiano di certificazione per la meccanica) ha aggiunto altre regole (70R002) che prevedono due prove oggettive di penetrazione, realizzate con una massa battente e un cannello ossiacetilenico mosso tridimensionalmente da un sistema computerizzato. Il superamento di tali prove e di quelle previste dalla norma europea consente di classificare il mezzo di custodia secondo gradi crescenti espressi con lettere dell’alfabeto greco, da alfa a lambda.



Il mercato in sintesi
Dalle parole dei nostri intervistati, ecco il trend del mercato:
Assa Abloy Italia: “L’andamento del mercato della cassaforte è in forte crescita, nell’edilizia nuova e popolare” .
CPL Security: “Oggi molte più persone acquistano una cassaforte da muro, per la facilità di reperirla e per il basso costo. Come per i portafucili d’importazione cinese, anche queste si trovano al supermercato con prestazioni di sicurezza molto scarse rispetto al prodotto costruito in Italia. Ma non significa che il mercato è in espansione, anche se pensiamo che il 2008 ci porterà un aumento di produzione dall’8 al 12%”.
Domus: “In generale, il mercato delle casseforti domestiche è statico. Ma noi grazie al lancio della nuova gamma nel 2007 abbiamo ottenuto incrementi importanti (+40%), che contiamo di confermare nel 2008” .
Italiana Casseforti: “L'andamento del mercato ha avuto un miglioramento rispetto agli anni passati, e la speranza è che possa proseguire e consolidarsi anche in futuro” .
Mottura: “Le prospettive per l'immediato futuro sono incerte. Per questo abbiamo scelto di puntare sulla qualità allargando la gamma dei prodotti certificati” .
Security Italia: “L’andamento è abbastanza buono, considerato che lavoriamo in un settore ancora un po’ di nicchia come quello della protezione ignifuga di dati e valori” .
Stark: “Il mercato è in una fase di stallo, se non di discesa” .
Technomax: “L’ultimo anno non è stato certamente brillante, ma noi siamo soddisfatti perché abbiamo incrementato il fatturato. Forse abbiamo recuperato quote dalla concorrenza, e per il futuro siamo ottimisti” .