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Plastecnic: i nuovi scenari della plastica

30 December 2007
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Quando negli anni Cinquanta Giulio Natta scoprì il primo polimero (che lo ha condotto al Nobel nel 1963) iniziò una nuova rivoluzione industriale, destinata a modificare le tecniche di produzione delle aziende e la vita di tutti.
Plastecnic, nata nel 1962, è stata una delle prime aziende a sperimentare le possibilità di questo nuovo materiale, collaborando con lo stesso Natta, che all’epoca era professore del Politecnico di Milano e collaboratore di Montedison.
Allora Plastecnic sviluppava e sperimentava i polimeri plastici per proporre alle industrie delle soluzioni tese a sostituire elementi in metallo o in altri materiali con la plastica, più economica e più duttile. Una “palestra” fondamentale, che ha permesso all’azienda di Lecco che crescere insieme allo sviluppo di questo nuovo materiale, acquisendo un know how tecnologico che pochi possono vantare.
L’approccio poi al mercato, in stretta collaborazione con i clienti per capire le esigenze specifiche e tentare di risolverle, è stato fondamentale anche per l’ingresso nel mercato dei vasi.
Per saperne di più abbiamo incontrato Emilia Bonanomi e Silvia Rossi, rispettivamente amministratore delegato e direttore marketing di Plastecnic.

Alle radici del vaso


MondoPratico: Come è nato l’ingresso nel mercato dei vasi?
Emilia Bonanomi: Allora le piante si coltivavano in barattoli di latta. Così come facevamo nel mercato industriale, abbiamo iniziato a collaborare con un gruppo di imprenditori agricoli per studiare le esigenze delle piante e creare dei vasi che rispondessero pienamente alle esigenze del cliente.
MondoPratico: Quando c’è stata la prima evoluzione del mercato?
Emilia Bonanomi: Negli anni Settanta la plastica era una novità e quindi era molto di moda. Molti architetti avevano voglia di sperimentare questo nuovo materiale innovativo e così abbiamo iniziato a collaborare con importanti designer. Il vaso a iniezione ha così iniziato ad affiancare l’estetica alla funzionalità e Plastecnic ha portato il design nel mercato del vaso a iniezione.
Un po’ la stessa cosa che sta succedendo oggi con il rotazionale, che noi abbiamo iniziato a produrre negli anni Novanta, in seguito all’acquisizione dell’azienda Rotoresina conosciuta sul mercato per il marchio Kreta.
MondoPratico: Quanto è importante l’attività di ricerca per la vostra storia?
Silvia Rossi: Per noi innovazione significa individuare e soddisfare i bisogni espressi o latenti dei nostri clienti di riferimento, realizzando prodotti che siano il giusto connubio tra funzionalità ed estetica. Per esempio posso citare il vaso Xpot che consente la coltivazione delle piante senza la spiralizzazione delle radici: anche in questo caso abbiamo lavorato con esperti del settore e con gli agricoltori per analizzare insieme questo problema e risolverlo.
Un altro fattore importante nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti è l’attenzione che poniamo all’individuazione dei materiali adatti che garantiscano degli standard di utilizzo elevati. Plastecnic da sempre utilizza materie prime di alta qualità ed esenti da metalli pesanti dannosi per l’ambiente.
Emilia Bonanomi: Il nostro centro ricerche ha un’esperienza enorme e noi puntiamo tutto sulla qualità del prodotto. La profonda conoscenza delle materie prime e degli additivi ci permette di ottenere dei vasi resistenti e che mantengono le caratteristiche fisiche e funzionali nel corso degli anni anche in condizioni ambientali stressanti, quali l’esposizione alla luce per lunghi periodi, gli sbalzi di temperatura i continui spostamenti che sottopongono il prodotto a colpi e urti.
MondoPratico: L’attenzione alla qualità e alla tecnica si vede anche nelle novità 2008…
Emilia Bonanomi: Quest’anno abbiamo presentato il vaso scultura Mod’O, che è nato per rispondere a una esigenza del mercato che ci chiedeva un vaso alto per arredare spazi ristretti. Noi abbiamo cercato di interpretare questa esigenza con un vaso che avesse grandi valenze estetiche. Le caratteristiche tecniche di questo vaso lo rendono molto flessibile ai diversi usi a cui è destinato. Abbiamo completato la gamma di vasi della collezione Decor con nuove misure e colori di tendenza.
Infine abbiamo inserito i vasi illuminati. So che anche altre aziende li hanno, ma anche in questo caso abbiamo lavorato molto nella ricerca. Non ci siamo limitati a mettere una lampadina in un vaso. Abbiamo scelto una plafoniera che viene utilizza nella nautica e che ci dà grandi garanzie sui pericoli derivanti dal contatto con l’acqua.

La terza via del mercato


MondoPratico: La recente evoluzione stilistica dei vasi rotazionali ha aperto una nuova via per il nostro mercato, basata su articoli di maggiore valore aggiunto e rivolti più al contract e al mondo dell’arredamento. Siete d’accordo?
Silvia Rossi: Questa idea del contenitore come complemento d’arredo è stata la nostra mission aziendale da sempre. All’inizio, nei primi anni Settanta l’obiettivo era sviluppare la necessità principale di un vaso, cioè contenere e far crescere una pianta. Poi il mercato si è segmentato: alcune aziende hanno puntato sui florovivaisti e altre hanno iniziato a puntare sull’estetica del vaso a iniezione. Plastenic ha iniziato allora a lavorare con gli architetti e designer. Puntando sui garden e sul commercio specializzato.
Con l’avvento del rotazionale, nel settore dei vasi, le aziende hanno a disposizione una tecnica più “plasmabile”, che offre la possibilità di accelerare sul fronte del design.
Emilia Bonanomi: Ogni volta che pensiamo a un prodotto cerchiamo di capire qual’ è il gusto del nostro cliente in questo momento. Girando nei garden, nelle fiere in settori complementari, come la decorazione e il complemento d’arredo in Italia e all’estero, si possono interpretare i trend del mercato. Comunque sono d’accordo con l’affermazione contenuta nella domanda: si è creato un terzo mercato che esula dal garden e si rivolge più al contract e al mercato dell’arredamento. Noi oggi preferiamo continuare a lavorare con gli specializzati, portando nei garden forme nuove e prodotti a maggiore valore aggiunto.
Silvia Rossi: La trasformazione del vaso è determinata anche dal contesto sociale ed economico nel quale viviamo.
Dopo le Torri Gemelle, i consumi per la casa sono aumentati, il contesto di tensione internazionale ha spinto gli individui a considerare a casa come un luogo sicuro in cui rifugiarsi e questa maggiore attenzione verso la casa ha permesso la nascita di un mercato di vasi di fascia alta ed esclusivi.

Anche il servizio è un valore aggiunto


MondoPratico: Forse c’era l’esigenza di aumentare il valore aggiunto dei prodotti, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e della scarsa disponibilità del trade ad accettare aumenti di listino?
Silvia Rossi: Sicuramente. Quando si parla di “prodotto” in Plastecnic intendiamo prodotto fisico più tutte le opportunità con le quali accompagniamo l’offerta e quindi il servizio e l’assistenza al cliente, in sintesi un “Prodotto Totale”. E’ per questo che oltre alla qualità alla funzionalità e al design, Plastecnic ha investito molto sul servizio al cliente, da sempre considerato un importante valore aggiunto. Si consideri che il 50% del nostro personale è dedicato al servizio al cliente.
Il mercato oggi riconosce a Plastecnic, sempre di più, questo importante valore aggiunto.
Plastecnic produce 16 milioni di vasi iniezione e 150.000 vasi rotazionali ogni anno e garantisce l’evasione degli ordini e la consegna in una settimana.
Emilia Bonanomi: Un servizio di consegna rapido ed efficiente è un grosso valore per il garden center. Un garden non deve avere solo prodotti di largo consumo ma deve offrire una gamma completa. La logistica veloce permette al gardenista, pur con lo stesso magazzino, di avere una gamma elevata di prodotti. Anche se presenta 3 pezzi di un vaso, sa che noi in una settimana siamo in grado di rifornirlo.
Chi non garantisce una logistica efficiente, obbliga il trade ad acquistare grandi scorte di prodotti di alta rotazione, togliendo spazio agli altri articoli e limitando così l’offerta.