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“Open shop”: il negozio a portata di cellulare

30 October 2007
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Come sappiamo, parlare di grande distribuzione specializzata significa anche occuparsi di esposizione sul punto vendita. A questo proposito ci siamo recati a fieramilano dove, dal 20 al 23 ottobre, si è svolta Shop Project, la mostra internazionale triennale dedicata alla progettazione e all’arredo per punti vendita, svoltasi in contemporanea con Franchising & Trade, uno dei principali appuntamenti europei per il mondo del franchising e delle formule innovative del commercio, licensing e partnership.
Shop Project si pone come il punto di riferimento a livello internazionale per l’intero mondo delle forniture al punto vendita food e non food. La manifestazione, infatti, è dedicata a tutto ciò che può servire a negozi moderni e funzionali, sia su chiave hardware (sistemi di sicurezza, allarmi, sistemi di controllo degli accessi, comunicazione digitale), sia su quella software (sistemi di pagamento a cassa, contabilità, gestione magazzini). La fiera si è qualificata anche per la forte presenza del mondo dell’illuminazione e del visual merchandising, con un’ampia area che comprendeva la presentazione del prodotto all’interno del punto vendita: manichini, vetrofanie, indicatori di prezzo/pannelli informativi, espositori, display.
Shop Project si è contraddistinta in particolar modo per il ricco programma convegnistico e la nutrita serie di iniziative. Nello specifico, abbiamo seguito con interesse l’evento realizzato da Nemo, un laboratorio culturale che integra competenze di partner altamente specializzati con grande esperienza e visioni internazionali nel mondo retail. Nemo ha dato vita a quella che potremmo definire una “mostra evento” sulle tendenze del retail e dei consumi, messa in scena da due dei propri partner, ExpoCts e Assarredo.
È stato ricreato un vero e proprio negozio del futuro completamente funzionale e a disposizione dei visitatori per sperimentare le più significative soluzioni di avanguardia oggi disponibili per il retail. È stato realizzato, cioè, un negozio “aperto”, che abbatte le barriere fra il mondo reale e quello digitale e fa del luogo di vendita uno spazio ibrido, che trasforma lo shopping in un enorme ipertesto comandabile dal consumatore via telefonino. L’intera area dell’“Open shop” Nemo, infatti, è stata coperta da un segnale bluetooth in grado di dialogare direttamente con i telefonini dei visitatori.
Il punto vendita, così concepito, si tramuta in una risorsa aperta a disposizione del consumatore. Anche i prodotti cambiano, diventando una sorta di interfaccia per interagire con i clienti, e cambiano i servizi, resi accessibili ai desideri e alle opinioni dell’utenza.
Il segreto sta nei nuovi codici visuali a matrice bidimensionale, che trasformano il cellulare in uno strumento di accesso diretto alla rete. A differenza dei barcode, che nascondono al proprio interno dati utili alla gestione e alla logistica aziendale, questi codici contengono semplicemente una URL, cioè un indirizzo internet che, abbinato a un software installato sul telefonino che produce un linguaggio iconico, permette a chiunque di switchare e saltare in un istante da un universo all’altro. La rete è già piena di questi codici e le nuove generazioni sono abituate a scaricare i software proprio per generare i propri personali codici e utilizzarli come nuovo mezzo di comunicazione.
Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta. Se si inseriscono questi codici su tutti i prodotti di un negozio, il consumatore dovrà semplicemente “puntare” il proprio cellulare sul codice stesso per essere collegato alla pagina web dell’azienda o alla sezione di assistenza. Le applicazioni di questo genere di tecnologia sono infinite. Per fare qualche esempio, alla fermata dell’autobus un codice permetterà all’utente di visualizzare sul cellulare la mappa della città con la posizione del bus in tempo reale. Ancora, gli utenti, puntando il cellulare sulla locandina di un concerto, potranno prenotare e acquistare direttamente i biglietti o, ancora, i negozi potranno dialogare con i clienti anche quando sono chiusi, semplicemente appiccicando un codice sulla vetrina.
Ma, verrebbe da chiedersi, stiamo parlando di fantascienza o di proposte che hanno qualche attinenza con la realtà? Ebbene, non si tratta di semplici voli pindarici, ma di fenomeni che potrebbero rientrare, fra qualche tempo, nella nostra vita quotidiana. Ce lo dimostra Coca Cola che nell’ottobre 2006, in Messico, ha iniziato a testare i prodotti navigabili con il cellulare. Ben 50 milioni di bottigliette della bibita Sprite sono state immesse sul mercato con il codice visuale shotcode. Un codice che, una volta “catturato” dal telefonino, collega direttamente al sito web della Sprite, che fa partire un concorso a premi interattivo, con tanto di coupon digitale per il ritiro dei premi inviato direttamente sul cellulare dei vincitori.
Dunque, grazie alle nuove tecnologie, nel futuro del retailing il consumatore avrà, per così dire, il negozio “a propria disposizione”, e svilupperà nuove forme di comunicazione con il retailer.