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Leroy Merlin sceglie il pack sostenibile

12 January 2011
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Leroy Merlin ha organizzato il primo workshop dedicato ai suoi fornitori sul tema del “packaging ecosostenibile”, con l’obiettivo di coivolgerli nel miglioramento delle performance ambientali, considerando aspetti ecologici e redditività.
“Vogliamo migliorare le case in cui abitiamo attraverso prodotti più efficienti nel consumo di acqua e energia, più rispettosi dell’ambiente e della salute - ha spiegato Luca Freddi, direttore della Centrale Acquisti, in apertura del workshop e proprio in questa direzione Leroy Merlin può dimostrare di aver iniziato un lungo e virtuoso work-in-progress verso la realizzazione di negozi sempre più sostenibili, aumentando la quota di energie rinnovabili utilizzate, diminuendo i consumi idrici e gestendo i rifiuti con la raccolta differenziata.
Nel progetto di ridurre le emissioni di CO2, Eric Dewitte, direttore della Supply Chain, ha dimostrato a conclusione dei lavori che proprio grazie a trasporti multimodali (GTS, combinato marittimo, “LM Rail” con il partner Italia Logistica,) e al cross docking - ovvero l’operazione per cui la merce che arriva da più destinazioni viene scaricata e (almeno in parte) ricaricata direttamente su altri mezzi, senza sosta a terra, neanche minima, per cui si riducono le manipolazioni della merce - si prevede, a fronte di 5.700.000 km da percorrere nel corso del 2011, un risparmio di 2750 ton di Co2.
Attualmente Leroy Merlin monitora diligentemente l’Impronta Carbone nei trasporti e l’efficienza ambientale del trasporto, misurando appunto quanta CO2 si immette per trasportare un pallet. Per esempio, sulla tratta Anversa-Rivalta Scrivia il 100% dei container viene trasportato per via intermodale, con 1.100 km di cui 1.000 via treno, evitando l’emissione in atmosfera di 200 tonnellate di CO2; mentre sulla tratta Genova-Rivalta con il 40% dei container trasportato via treno per 73 km si ottiene un risparmio annuo di CO2 di 70 Ton.
Durante il workshop Leroy Merlin ha illustrato un documento, elaborato insieme alla società di consulenza ambientale Azzero CO2, con 10 linee guida per un packaging eco.
Vediamole insieme:
  • Ridurre la quantità di materiale alla fonte scegliendo lavorati con processi di produzione a ridotto impatto, riducendo gli scarti di produzione dell’imballaggio, progettando in relazione alle dimensioni/peso del semilavorato, riducendo le dimensioni e lo spessore del packaging valutando scenari realistici per la protezione del prodotto;

  • Ridurre le tipologie di materiale scegliendo confezionamenti costituiti da componenti omogenei in quanto di più facile smaltimento;

  • Usare materiale riciclato;

  • Progettare il trasporto riducendo il peso e le dimensioni degli imballaggi che devono essere proporzionati al prodotto e scegliere una flotta di distribuzione che utilizzi mezzi ad alta efficienza, ibridi o alimentati da energia rinnovabile (autostrade del mare, trasporto ferroviario) e soprattutto preferire operazioni di cross-docking;

  • Progettare secondo le regole, ovvero redigere un documento di obiettivi interni per ridurre al minimo l'uso di sostanze pericolose utilizzate e piani di prevenzione dell'inquinamento, adottando sistemi a ciclo chiuso per recuperare o riciclare i prodotti chimici di processo, acqua ed energia;

  • Progettare con materiali rinnovabili scegliendo fornitori che certifichino il materiale come proveniente da fonti rinnovabili;

  • Attenzione alla chimica del packaging, ovvero tenere sotto controllo gli additivi dal punto di vista della composizione;

  • Adottare strategie di ecodesign, tenendo ben presente in fase di progettazione la sostenibilità ad esempio di plastificanti, stabilizzanti termici, coloranti, riempitivi, inchiostri e rivestimenti;

  • Progettare per il riuso e per il riciclo allungando la vita del packaging, consentendogli di essere riempito o riutilizzato più volte da consumatori, distributori, venditori o produttori (riuso) e progettare imballaggi facili da smontare per facilitare il recupero dei materiali;

  • Progettare per il compostaggio, preferendo materiali a base organica come carta, cartone e biopolimeri: l’impiego di questi materiali rende l’imballaggio quasi a emissioni zero, in quanto il materiale ritorna quasi completamente a far parte del ciclo biologico; il compostaggio poi recupera il valore nutritivo di materiali organici tramite il processo di biodegradazione artificialmente riprodotto in condizioni ottimali e le sostanze nutritive risultanti dal compostaggio della materia organica possono essere restituite alla terra come fertilizzante.