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Termoisolamento del tetto: più caldo dentro meno inquinamento fuori

04 March 2009
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Con un buon isolamento termico e la copertura del tetto si possono concretamente tagliare, e in modo drastico, gli sprechi e di conseguenza i costi destinati al riscaldamento. Inoltre si possono ridurre le emissioni inquinanti, mantenendo contemporaneamente l'equilibrio termico di un edificio nel suo complesso.

L’evoluzione delle normative e la crescente domanda di comfort abitativo rendono necessarie una progettazione e un’esecuzione del tetto che prendano in considerazione molteplici aspetti in modo integrato. Tra questi i più importanti riguardano l’efficienza energetica, il benessere termo-igrometrico (invernale ed estivo), le prestazioni acustiche e il comportamento al fuoco, oltre naturalmente alle tematiche ingegneristiche e architettoniche. Una buona coibentazione estiva e invernale sortisce effetti benefici sia in termini di risparmio energetico sia in termini di riduzione delle emissioni dannose per l’ambiente in atmosfera. Anche gli isolanti termici utilizzati devono garantire un basso impatto ambientale ed essere ecosostenibili, come lo sono i pannelli certificati EPD (Environmental Product Declaration), per esempio. Tale certificazione attesta la sostenibilità ambientale di un prodotto considerando l’impatto ambientale in tutte le fasi della sua vita: dalle risorse utilizzate per assemblarlo fino ai rifiuti prodotti nello smaltimento.
Forse proprio per l’attenzione verso l’ambiente e il risparmio energetico che hanno sia i produttori di pannelli termoisolanti sia i proprietari di edifici vecchi e nuovi, il mercato appare in controtendenza con la generale crisi dell’ultimo periodo. La situazione è “in crescita nell'ottica del costo rilevante dell'energia (nonostante il calo temporaneo del petrolio) e degli sforzi per poterla risparmiare”, conferma l’architetto Vanzo di Isolpack, che segnala un settore in sviluppo soprattutto grazie al binomio isolamento più produzione di energia rinnovabile. Concorda il geometra Baldan di Stiferite, il quale descrive un settore equilibrato, che non ha subito battute d’arresto a causa della crisi internazionale. “Vi sono almeno due variabili che hanno contribuito a mantenere inalterato tale equilibrio: da un lato l’aumentata sensibilità da parte dell’utente finale nei confronti delle problematiche ambientali. Mai come oggi le persone hanno capito quanto importante e conveniente sia investire in una buona coibentazione per risparmiare sulle bollette e proteggere l’ambiente in cui vivono. L’altro aspetto importante è legato alla possibilità data dal Governo di fruire delle detrazioni Irpef del 55% sulle spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti”.

Progettazione: la fase più importante


Nella realizzazione dell’isolamento di un tetto vi sono molteplici aspetti da prendere in considerazione, anche se “non è semplice stilare un elenco esaustivo dei principali fattori da considerare in fase di progettazione”, rivela il geometra Baldan di Stiferite. “Sicuramente è fondamentale individuare il giusto spessore di isolante in funzione dell’area geografica in cui sorge l’abitazione o l’edificio da coibentare. Altrettanto importante è avere ben chiara la tipologia e la stratigrafia del tetto. Le differenze, l’utilizzo di guaine bituminose o sintetiche, tetti piani o a falde eccetera sono enormi, e ciascuna tipologia risponde a specifiche problematiche individuate e discusse in fase di progettazione. Progettazione che non può prescindere da obiettivi di risparmio energetico ed economico, dai quali discendono conseguentemente i costi di messa in opera e dei materiali, che debbono sempre essere trasparenti e verificabili”.
I progettisti di Tecnoacustica consigliano prima di tutto di verificare se si tratta di un tetto di legno o di laterocemento. Infatti le attuali normative vigenti in merito all’isolamento termico (DL 311-06) consentono a questi ultimi di essere in una condizione di massa superficiale ideale poiché, superando normalmente i 230 kg per metro quadrato previsti per legge, il materiale isolante non è necessariamente costretto a garantire una notevole capacità termica ma esclusivamente un’elevata resistenza termica. D’altro canto, invece, i tetti di legno hanno lo svantaggio di essere deficitari nella massa e quindi, oltre alla valutazione della capacità termica, che si traduce in inerzia termica della struttura, devono assicurare il rispetto dei parametri normativi anche in termini d’isolamento acustico.
I pannelli precoibentati, essendo formati da isolamento più elemento strutturale portante in un unico prodotto, “richiedono un'analisi attenta sia delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei pannelli (strutturali) sia delle proprietà di isolamento”, spiega l’architetto Vanzo di Isolpack. “Vi sono quindi due verifiche da eseguire. La prima è di tipo architettonico-strutturale, e prende in considerazione numero delle greche, spessore e tipo di lamiera, altezza del pannello, tipo di rivestimento protettivo delle lamiere, ponti termici. Per quanto riguarda l’altezza del pannello, non per esigenze strutturali di portata ma per proprietà isolanti, la logica suggerisce che maggiore è lo spessore migliore è l’isolamento termico”.

Isolamento corretto=risparmio energetico


Esistono requisiti minimi per ottenere la certificazione energetica di un edificio nuovo, e isolarlo termicamente oggi è un obbligo di legge. Ma che cosa significa, in termini di risparmio energetico e delle emissioni inquinanti, isolare un tetto in modo ottimale? “Negli edifici privi di un appropriato isolamento termico, il calore prodotto dal riscaldamento domestico tende a disperdersi in più punti della struttura”, evidenzia il geometra Baldan. “E il tetto è uno dei punti più delicati, perché il calore tende a salire e quindi, se non incontra sufficiente resistenza, si disperde all'esterno. Aumentare la temperatura interna invece di coibentare adeguatamente le abitazioni è purtroppo una delle soluzioni maggiormente adottate. Ma come ripercussione negativa comporta l’innalzamento dei costi delle bollette e conseguentemente delle emissioni in atmosfera. La stagione estiva per un fabbricato scarsamente isolato non è meno ‘costosa’ in termini economici ed energetici. Infatti la copertura direttamente irradiata dal sole raggiunge temperature elevate e gli ambienti interni si surriscaldano divenendo invivibili. In questo caso la conseguenza è un impiego massiccio del condizionamento, che diventa indispensabile anche se spesso non sufficiente a garantire il benessere ottimale. Invece con un buon isolamento termico della copertura si possono tagliare drasticamente costi e sprechi anche d’estate, mantenendo contemporaneamente l'equilibrio termico di tutto l'edificio”.
Isolare un tetto in maniera ottimale comporta una riduzione considerevole del fabbisogno energetico dell’edificio, confermano i tecnici di Tecnoacustica, addirittura fino a otto volte inferiore non solo in termini di calorie (riscaldamento nel periodo invernale) ma anche di frigorie (condizionamento estivo). Tale diminuzione di fabbisogno energetico reca indubbi vantaggi sia con riferimento al notevole risparmio economico sia per quanto riguarda la riduzione di CO2, polveri sottili e particolato.
“Il risparmio di combustibile per il riscaldamento dovuto all'isolamento riduce le emissioni di CO2 in generale”, concorda l’architetto Vanzo, “e nei più moderni edifici ancora in fase di studio (casa passiva) si riesce a sfruttare al massimo questa dinamica utilizzando pochissime risorse energetiche a fronte di un soddisfacente benessere fisico. Siccome l'isolamento apporta vantaggi nella stagione invernale e in quella estiva l'ideale sarebbe, per quanto concerne il raffrescamento, abbinare la ventilazione sotto tegola-sotto manto”.

All’insegna dell’ecologia
Un adeguato isolamento del tetto permette anche di contribuire, in maniera sostanziale, alla tutela e al rispetto dell’ambiente. Questo è possibile grazie al ridotto fabbisogno di combustibili e alla conseguente minor produzione di sostanze inquinanti, risultato di una buona efficienza termica della struttura di un edificio. I nuovi materiali non contengono inoltre clorofluorocarburi dannosi per l'ozono. Invece il rivestimento dei supporti metallici preverniciati è da vedere in un'ottica di riciclaggio, perché consente di recuperare le acque meteoriche dal tetto e di trattarle, visto che non sono inquinate da impurità dovute al rilascio di particelle e-o muffe.


L’Associazione di riferimento
Fondata da Sergio Mammi nel 1984, Anit è l’Associazione nazionale per l'isolamento termico e acustico che dalla sede di Milano promuove e sviluppa l'isolamento termico e acustico nell'edilizia e nell'industria come mezzo per salvaguardare l'ambiente e il benessere delle persone. Diffonde la corretta informazione attraverso convegni, la propria rivista trimestrale Neo-Eubios, corsi d’aggiornamento tecnico e servizi sul sito www.anit.it. Inoltre promuove la normativa legislativa e tecnica partecipando ai principali comitati e gruppi di lavoro del settore come le commissioni UNI (edilizia, ambientale, acustica) e antincendio e il comitato termotecnico italiano. Come centro comune di relazione tra gli associati, inoltre, assicura i collegamenti con le personalità e gli organismi italiani e stranieri interessati alle problematiche di energetica e acustica edilizia.