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Kroll traccia la via dell’ecocompatibilità per i detergenti cosmetici professionali

01 April 2008
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Il mondo contemporaneo è chiamato ad affrontare in molti settori vitali una complessa serie di problemi. Quelli relativi alla salvaguardia ambientale e più in generale al risparmio energetico sono della massima importanza per la vita delle singole persone, per le attività produttive e per le scelte politiche che dovranno delineare il nostro futuro. Una visione articolata e globale dei problemi ambientali sta alla base degli accordi del protocollo di Kyoto. In questa città del Giappone molte nazioni, tra cui l’Italia, hanno sottoscritto rilevanti impegni internazionali che, con la collaborazione di ogni singolo abitante del pianeta, unita a un maturo utilizzo dell’energia, intendono ottenere sostanziali miglioramenti nella salvaguardia dell’ambiente. Il protocollo di Kyoto richiama non solo i governi ma ogni singolo abitante del pianeta all’opportunità e alla possibilità di un uso attento delle risorse energetiche.
In questo contesto le industrie sono eticamente e moralmente chiamate a svolgere un compito di grande importanza, che si articola su due livelli. Il primo è relativo al processo produttivo e include il consumo di energia e di acqua, le emissioni, le scorie e i materiali utilizzati. Il secondo è relativo alla qualità ecocompatibile dei prodotti e del loro confezionamento.
Per quanto riguarda l’industria cosmetica, va sottolineato che nei paesi dell’Unione Europea il mercato dei prodotti cosmetici è stimato pari a 2 milioni di tonnellate per anno, corrispondenti a un consumo giornaliero pro capite di 12 grammi per 425 milioni di persone. Questo significa 5.100 tonnellate di prodotti utilizzati quotidianamente. Una massa impressionante che ogni giorno viene immessa nell’ambiente. È evidente che il settore della cosmesi influisce direttamente e in modo rilevante sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo.
La richiesta di ecompatibilità è però oggi una sfida complessa. Un’industria che intenda entrare nel ciclo ecocompatibile non può improvvisare. Risposte vere e non di propaganda possono venire solo da industrie che negli anni abbiano lavorato migliorando costantemente i loro prodotti, che abbiano progressivamente ridotto l’inquinamento ambientale del ciclo produttivo e sviluppato un uso razionale dell’energia.
Proprio questi punti sono, sin dalla fondazione nel 1979, i pilastri della filosofia aziendale di Kroll, produttrice di detergenti cosmetici professionali. Una filosofia di eccellenza qualitativa che ha trovato naturale sviluppo e completamento nell’adesione di Kroll al Kyoto Club come socio fondatore e ha portato l’azienda a ottenere - prima in Italia nel settore cosmetico - numerose certificazioni non obbligatorie, che attestano qualità produttiva e attenzione per l’ambiente quali ISO 9001, ISO14001 e EMAS.
Quello che maggiormente qualifica l’attività di Kroll è la continua innovazione, il suo progetto di qualità totale e la proposta concreta di prodotti sempre più ecocompatibili rinnovati nelle formule, nelle materie prime e negli imballaggi più leggeri, studiati e sviluppati da Kroll in modo da ridurre del 70% il materiale plastico utilizzato. Nel laboratorio di ricerca di Kroll, uno staff dedicato ha studiato e realizzato la sostituzione nei detergenti di molti costituenti chimici sintetici con equivalenti di origine naturale vegetale ricavati da fonti rinnovabili. Anche la gestione delle acque reflue di lavorazione, che rappresenta un aspetto delicato e molto importante dell’ecocompatibilità di un’industria, avviene in Kroll al livello più avanzato della normativa ambientale europea.
Non sono molte le aziende italiane ed europee che abbiano costantemente migliorato i propri standard qualitativi e ambientali come ha fatto Kroll. Un impegno che, perseguito con intelligenza giorno per giorno, ha per risultato che Kroll è oggi e sarà per il futuro sempre un passo avanti nello sviluppo e nella proposta di tecnologie innovative di eccellenza orientate all’ecocompatibilità. Con questo Kroll onora pienamente l’impegno sociale fatto proprio quando ha scelto di far parte dei soci fondatori del Kyoto Club. Ma soprattutto Kroll mostra chiaramente come l’industria moderna possa, al meglio delle sue potenzialità, integrare necessità aziendali e sensibilità sociale.