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Casseforti: la crescita passa per l’hotel

15 November 2007
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Da più di 2000 anni, nella cultura e nell’immaginazione popolare, è sinonimo di sicurezza e protezione dei beni: la cassaforte, un tempo considerata bene di lusso per pochi fortunati, oggi è spesso vista al pari di un bene necessario, utile a custodire non solo beni classici come denaro contante e gioielli, ma anche documenti, armi e pc portatili.
In Italia il mercato delle casseforti per uso privato si è sensibilmente sviluppato negli anni ’90, mentre oggi registra un trend piuttosto stabile, senza raggiungere quei picchi di crescita che hanno caratterizzato l’intero comparto negli ultimi tempi.
Un mercato decisamente legato allo sviluppo edilizio, sia residenziale che alberghiero: negli ultimi anni la cassaforte si è trasformata in un bene considerato accessibile e importante dalla maggior parte delle famiglie italiane, e inevitabilmente il trend di crescita segue di pari passo quello del business delle costruzioni; secondo il parere fornitoci dai maggiori produttori italiani, il settore che sta dando maggiori soddisfazioni all’intero comparto, senza registrare trend altalenanti, è quello alberghiero.
Ma cosa cerca oggi l’utilizzatore finale quando procede all’acquisto di una cassaforte? Prezzo? Sicurezza? Dimensioni? Design? Prima di rispondere a questa domanda, solo apparentemente ovvia, è necessario fare alcune considerazioni di base.

Casseforti a muro e a mobile


Quando parliamo di casseforti dobbiamo distinguere tra le due famiglie principali: la prima comprende le tipologie a uso residenziale, la seconda quelle dedicate ai settori professionali. All’interno di quelle a uso residenziale, poi, si distingue tra cassaforte a muro e cassaforte a mobile: fondamentale, nella scelta delle prime, verificare se si dispone di un muro di idoneo spessore. La corretta installazione è essenziale per la sicurezza di questo prodotto, e deve essere eseguita secondo le informazioni fornite dal costruttore in modo che risulti difficoltoso asportare la cassaforte una volta installata; è consigliabile, inoltre, inserire la cassaforte in un luogo in cui sia difficile agire con attrezzi di grandi dimensioni. Le casseforti a mobile possono essere invece collocate a proprio piacimento in qualsiasi ambiente, e offrono il vantaggio di poter essere fissate semplicemente: costituiscono la soluzione ottimale se si desidera evitare opere murarie, oppure se non si hanno a disposizione muri sufficientemente spessi. Sono esterne e vanno installate in un luogo dove sia possibile ancorarne il fondo o il dorso con specifici tasselli.

Abitazioni e hotel


Oggi il comparto sembra essere maggiormente diretto verso l’uso destinato agli hotel, settore dove è registrata la domanda più forte. “Tra uso privato e alberghiero ci sono differenze ben distinte” dichiara Pasquale Carbone, marketing e comunicazione di Mottura, “il prodotto per hotel deve essere essenzialmente facile da usare, preferibilmente con chiusura a combinazione elettronica e gradevole da vedere; non occorre che resista ad attacchi particolarmente invasivi, ma solo che custodisca gli oggetti in modo riservato. Le casseforti per uso privato devono invece innanzitutto essere resistenti, affidabili e installate a regola d'arte”.
Bisogna fare, inoltre, una distinzione legata all’uso, come ricorda anche Antonella Del Sole, product manager di Yale: in hotel la cassaforte viene aperta e chiusa svariate volte durante il soggiorno, quindi è necessario che il prodotto sia decisamente pratico e maneggevole. Da segnalare anche l’obbligatorietà della digitazione del codice prima della chiusura della cassaforte (affinché il cliente non la lasci chiusa per errore) e la presenza di uno o più codici Master per l’albergatore o per il responsabile di piano, che saranno così in grado di intervenire in ogni momento in caso di emergenza.

Estetica


La cassaforte è uno di quei prodotti che, all’apparenza, non dovrebbe rispondere a nessun requisito di design ed estetica, proprio perché per sua natura va nascosto e camuffato. E invece oggi anche l’occhio vuole la sua parte: “L’utilizzatore, in una cassaforte che considera sicura, cerca soprattutto la praticità d’uso e l’affidabilità nel tempo, senza dimenticare però l’aspetto estetico di un oggetto che, pur venendo prevalentemente nascosto deve, sia all’atto dell’acquisto sia quando lo si usa, comunicare una immagine gradevole” afferma Mara Rossi, Comunicazione Esterna di Viro, “In alcuni casi poi, quando la cassaforte è per ufficio o comunque installata a vista, diviene anche un vero e proprio complemento d’arredo: pertanto il suo aspetto esteriore assume un ruolo ancora più importante”.

Sistemi di apertura e nuove tecnologie


Quando si parla di casseforti spesso si sottovalutano le innovazioni tecnologiche che potrebbero aprire nuove strade per l’intero comparto: in questo senso i sistemi di apertura e chiusura sono quelli più suscettibili di cambiamenti. Oltre ai tre classici sistemi di apertura (chiave, combinazione meccanica e combinazione elettronica), oggi ci si sta affacciando verso soluzioni un tempo considerate avveniristiche: “La vera novità è rappresentata dalla tecnologia biometrica” dichiara Mara Rossi di Viro, che aggiunge “la nostra linea di casseforti Privacy Identi-Touch con apertura ad impronta digitale è un progetto esclusivo e brevettato che utilizza un sistema di riconoscimento impronte altamente affidabile, semplicissimo da usare, veloce nell’elaborazione dei dati ed in linea con le prescrizioni della legge sulla Privacy”.
Più cauto sulle attuali possibilità di crescita della tecnologia biometrica appare invece Maurizio Brillantino, Area Manager Italia di Technomax: “Il lettore di impronte digitali sembra cominci ad affacciarsi anche nel settore casseforti, ma non è certo stato ancora raggiunto lo stato dell’arte per queste serrature, in relazione soprattutto al lungo lavoro speso per la messa a punto delle serrature elettroniche digitali. Credo che la strada da percorrere per ottenere risultati soddisfacenti da queste nuove serrature biometriche sia ancora abbastanza lunga”.

Qualità Made in Italy e concorrenza a basso costo


Se l’utilizzo di nuove tecnologie crea pareri piuttosto dissimili tra le aziende produttrici, ciò che mette tutti d’accordo è il discorso relativo alla qualità.
“I prodotti di fabbricazione asiatica sono solitamente di qualità e affidabilità medio bassa, in linea con i prezzi di vendita” conferma Gian Piero Marchetti, Product Manager Safes and Portable Security di Cisa, “Cisa propone prodotti di fascia alta, sia in termini qualitativi che di prezzo; conseguentemente il prodotto non risente della competizione di quello proveniente dall'Estremo Oriente”. Ancora più determinata a rivendicare la qualità e l’esclusività del Made in Italy è Mara Rossi di Viro: “Le casseforti orientali, prevalentemente cinesi, sono tutte accomunate dal prezzo molto basso e da carenze tecnologiche e costruttive tali per cui diventa addirittura inesatto parlare di casseforti, in quanto la loro resistenza ai tentativi di effrazione è tendenzialmente nulla. Gli sportelli, infatti, ruotano su cerniere fissate con deboli punti di saldatura che saltano al primo colpo, molti componenti interni sono di materiale plastico e quindi non resistono minimamente al calore, le schede elettroniche non sono protette da scariche elettriche e campi magnetici, le tastiere plastiche sono collegate alle schede attraverso ampi fori sugli sportelli, nei quali è facile introdurre con successo arnesi da scasso etc. Alla luce di questi elementi, per chi produce casseforti di qualità, venire messi in concorrenza con prodotti che non assolvono il compito per il quale vengono venduti, è improprio”.

Il ruolo del rivenditore


Se, dunque, le caratteristiche per identificare il giusto tipo di cassaforte sono chiare e ben definite, perché capita che alcuni utilizzatori non risultino del tutto soddisfatti della scelta fatta immediatamente dopo l’acquisto? Secondo Adriano Geremia, amministratore unico di Security Italia “La sicurezza dei beni custoditi non dipende solo dalle misure o dalla collocazione, ma anche da cosa si vuole proteggere. Un bravo rivenditore dovrebbe sempre porre due domande al suo cliente: che cosa deve custodire e dove deve posizionare la cassaforte. In base a queste due indicazioni il venditore dirigerà l’attenzione del cliente sui prodotti più idonei a soddisfare le esigenze del cliente. Il venditore non capace, invece, chiede al suo cliente quanto vuole spendere, e in base a questa informazione sceglie il prodotto da proporgli indirizzandolo, in molti casi, verso un prodotto inferiore alle aspettative”. La specializzazione delle rivendite tradizionali è comunque una garanzia per Stefano Malavasi, direttore commerciale di Domus Industriale: “Il cliente privato in GDS spesso è attirato da prodotti in promozione, mentre in ferramenta è privilegiata la qualità e la profondità di gamma”.
È dunque assodato che, nella promozione e nella diffusione delle casseforti, il rivenditore riveste un ruolo fondamentale e oggi sempre più delicato: l’acquisto di una cassaforte avviene in media, con tutta probabilità, una sola volta nella vita, e proprio per questo è importante che l’utente finale sia consigliato e assistito nel modo più adatto, affinché l’intera categoria non sia messa in cattiva luce dal comportamento scorretto di pochi individui che si affannano a rincorrere il guadagno più alto.

La normativa vigente


Due le norme europee relative alle casseforti, a seconda che si parli di prodotto a uso privato o a uso professionale.
La norma UNI EN 14450/2005, dedicata alle casseforti destinate a un uso domestico, specifica i requisiti e i metodi di prova ai quali le casseforti per uso privato vengono sottoposte affinché si sia certi di acquistare un dispositivo davvero efficace. La norma prende in considerazione sia le casseforti da incasso sia le casseforti a mobile. La norma classifica le casseforti per uso privato in base al loro livello di resistenza allo scasso assegnando due differenti classi di resistenza (S1 e S2).
Ma c’è un modo veramente sicuro per riconoscere “le casseforti a prova di ladro”? Per identificare e garantire le casseforti “a norma”, il fabbricante è tenuto a marcare in modo indelebile i prodotti conformi riportando le seguenti informazioni: i propri dati identificativi, il numero della norma, il livello di sicurezza della cassaforte (S1 o S2), l’anno di produzione.
Le casseforti devono inoltre essere provviste di un manuale d’istruzioni per l’uso a cura del produttore e di tutta la documentazione tecnica necessaria, che dovrà contenere, ad esempio, i disegni dei campioni di prova con le caratteristiche del prodotto, le istruzioni per l’installazione, il montaggio e il fissaggio, la specifica dei materiali utilizzati per la costruzione.
La norma UNI EN 1143-1/2006, dedicata alle casseforti destinate a un uso professionale, consente di classificare i mezzi di custodia in 14 gradi di resistenza crescenti, dal grado 0 al grado XIII, mediante prove soggettive, eseguite cioè da operatori esperti, presso laboratori specializzati.
Sulle casseforti dal grado 0 al grado X vengono eseguite due tipi di prove, una di accesso parziale e una di accesso totale, che generano due distinti valori di resistenza (RU) ai quali corrisponde un determinato grado di resistenza. Il grado di resistenza complessivo della cassaforte corrisponde al minore dei gradi ottenuti. I mezzi di custodia appartenenti ai restanti gradi vengono classificati con la sola prova di accesso totale in quanto si suppone siano porte per camere corazzate.
Inoltre L’ICIM (Istituto Italiano di Certificazione per la Meccanica) ha creato delle regole particolari (70R002) che prevedono, in aggiunta alle prove previste dalla norma UNI EN 1143-1, due prove oggettive di penetrazione realizzate con tramite l’utilizzo di una massa battente e di un cannello ossiacetilenico mosso tridimensionalmente da un sistema computerizzato. Il superamento delle prove oggettive, e di quelle già previste dalla norma europea, consente di classificare il mezzo di custodia secondo gradi crescenti espressi con lettere dell’alfabeto greco da alfa a lambda.