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Meccanica italiana, in calo export e mercato interno

02 December 2025
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In occasione dell'evento organizzato da Anima Confindustria presso l'Hotel Marriott di Milano, "Come sostenere la competitività dell'industria meccanica", la Federazione ha fornito un quadro dettagliato delle previsioni sulla produzione e l'export della meccanica varia per il 2025.
I dati presentati parlano chiaramente di una situazione di rallentamento che si prolunga da due anni e che riflette l’influenza negativa che pesa sul comparto industriale, scaturita da tensioni geopolitiche, imposizione di dazi commerciali e dalla volatilità dei mercati internazionali.

La produzione complessiva del comparto raggiungerà nel 2025 un valore stimato di 59,1 miliardi di euro, registrando una contrazione dell'1,4% rispetto al 2024 e confermando il secondo anno consecutivo di flessione - dopo il calo dell'1,3% registrato nel 2024 rispetto al 2023.
Nessuno dei sei macrosettori rappresentati da Anima ha registrato una crescita rispetto all'anno precedente, un segnale univoco della gravità della situazione.

Sul fronte dell'export, per la meccanica italiana vengono stimate esportazioni per 32,9 miliardi di euro nel 2025, con un calo dell'1,7% rispetto al 2024.
Un peggioramento quindi rispetto al debole segnale positivo dello scorso anno, quando l'export aveva registrato una crescita dello 0,7%. Quest’ultimo dato riveste un'importanza cruciale, in quanto l'export rimane il motore trainante del comparto, con una quota di fatturato destinato ai mercati internazionali che supera il 55% della produzione totale. La contrazione rappresenta una minaccia significativa alla competitività dell’industria italiana e di conseguenza anche per la bilancia commerciale nazionale.

In calo il comparto principale per fatturato all’interno di Anima Confindustria.
Gli impianti, macchine e prodotti per l’edilizia, settore da oltre 20 miliardi di euro, cala del 2,4% rispetto al 2024, di cui l’export -1,9%.
Le tecnologie e attrezzature per l’industria alimentare segnano -0,7%, mentre il comparto della logistica e movimentazione delle merci dovrebbe chiudere l’anno con -0,8%.
Prevista un anno negativo anche per le tecnologie e prodotti per l’industria (-1,0%).
Entrando nel dettaglio, il settore delle macchine e degli impianti per la produzione di energia e per l'industria chimica e petrolifera, la produzione è stimata a 16,5 miliardi di euro nel 2025, segnando una flessione dell'1,0% rispetto al 2024. L'export del medesimo comparto subirà una contrazione dell'1,7%, attestandosi a 9,6 miliardi di euro.

Il settore più stabile dovrebbe essere quello delle macchine e impianti per la sicurezza dell'uomo e dell'ambiente. La produzione è prevista a 5,1 miliardi di euro nel 2025, in lieve flessione (-0,05%) rispetto al 2024, con una crescita del mercato interno impattata da un export in calo del 2,0%.

Sul fronte dell'occupazione, l’intero comparto rappresentato da Anima dovrebbe contare oltre 224.000 addetti nel 2025, registrando una riduzione dello 0,1% rispetto al 2024. Sebbene questa flessione sia minima, testimonia il perdurare della difficoltà del settore nel mantenere i livelli occupazionali.

Il presidente di Anima Confindustria, Pietro Almici, ribadisce con forza «la necessità di un intervento deciso e coordinato da parte delle istituzioni italiane ed europee. L'industria meccanica varia non è un settore ordinario: fornisce lavoro a più di 224.000 addetti, generando un fatturato che sfiora i 60 miliardi di euro all’anno e rappresenta una parte importante dell’intero PIL manifatturiero nazionale. Lasciare che la competitività di questo settore si spenga ulteriormente significherebbe assistere, volutamente impotenti, a una potenziale deriva che minaccerebbe la prosperità economica del Paese. La Federazione apprezza il crescente riconoscimento dimostrato dalle istituzioni nel corso dell'ultimo anno e chiede interventi mirati che affrontino concretamente le sfide attuali: una risposta coordinata ai dazi statunitensi, il ripristino di politiche industriali stabili a supporto dell'innovazione e il coinvolgimento costante delle associazioni di categoria nei processi decisionali di natura industriale».

Nonostante lo scenario complesso, Anima rimane fiduciosa e sottolinea la tenace capacità dell'industria meccanica italiana di resistere e saper affrontare questo momento difficile.

«Il comparto ha dimostrato nel corso dei decenni – prosegue Almici – una capacità di adattamento e innovazione in risposta alle differenti crisi globali. Tuttavia, questa resilienza non può bastare da sola: è di vitale importanza che le istituzioni forniscano il supporto necessario. Il piano Transizione 5.0 poteva essere uno strumento di rilancio, ma l’esaurimento dei fondi e la conseguente chiusura del piano hanno aumentato l’incertezza per tutta l’industria manifatturiera. La meccanica rappresentata da Anima resta infatti il cuore pulsante dell'economia italiana, nonché la vera leva della sua competitività globale. Proteggere questa realtà rappresenta una questione di interesse nazionale che richiede l’impostazione di una diversa visione strategica e soprattutto un impegno concreto da parte di tutti gli attori istituzionali».