Accedi oppure registrati

Analisi » +5% il pet italiano nel 2008

+5% il pet italiano nel 2008

20 March 2009
Photogallery

Tag e categorie

In occasione della presentazione alla stampa dell'imminente edizione di Zoomark International 2009 (7-10 maggio a BolognaFiere) sono state illustrate alcune anticipazioni del Rapporto Assalco, il punto di riferimento statistico del mercato italiano del pet realizzato in collaborazione con Iri, Anmvi e Zoomark.

Il preview indica che il mercato degli alimenti per cani e gatti nel 2008 ha fatto registrare un incremento del 5,6% a valore, con un giro di affari che supera i 1.200 milioni di euro nonostante una minor crescita negli ultimi mesi dell’anno. In particolare, gli alimenti per gatti hanno coperto una quota pari al 57% del mercato totale, mentre quelli per cani il 38,9%. La restante percentuale (4,1%) è rappresentata dagli snack & treats.
La crescita del mercato è trainata dagli alimenti secchi, che registrano un aumento del 7,1% per il gatto e dell’8,4% per il cane.

CRESCE IL COMMERCIO SPECIALIZZATO


La GDO cresce del 3,8%, in linea con le tendenze di acquisti del largo consumo confezionato (+3,6%), ma molto meno del canale specializzato (i petshop) in cui le vendite di petfood sono aumentate del 9,2% a valore.
Il Rapporto, riportando dati Infoscan Census, rileva come il mercato degli alimenti per piccoli animali sia in aumento rispetto al 2007 del 5,7% per un valore di 20 milioni di euro nella sola GDO. I cibi dedicati ad uccelli e roditori rappresentano il 66,1% del totale, mentre il restante 33,9% è composto dagli alimenti per pesci, tartarughe ed altri piccoli animali. Tra questi ultimi, in notevole crescita i cibi per tartarughe, con un incremento del 12,1%.
Decisa crescita anche del settore degli accessori per animali nella GDO: con un aumento dell’8,7% porta il suo valore complessivo ad oltre 51 milioni di euro. La crescita è trainata dai prodotti rivolti all’igiene animale (+18,1%), che rappresentano il 45,1%. Il segmento delle lettiere per gatti è in crescita del 4,5%, e genera un giro d’affari che vale oltre 58 milioni e mezzo di euro nella sola GDO.