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Acimall: segni di miglioramento dai dati 2012

08 August 2013
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Le esportazioni italiane nell’ultimo scorcio del 2012 hanno riservato qualche favorevole sorpresa e hanno permesso di rivedere al rialzo i risultati delle tecnologie per il legno italiane all’estero. E’ quanto emerge dai dati import/export elaborati da Acimall, l’associazione dei costruttori italiani di macchine e impianti per la produzione di mobili e la lavorazione del legno, relativi al 2012 e diffusi in questi giorni. Lo scorso anno abbiamo venduto tecnologie (utensili esclusi) per 1.153 milioni di euro, il 3,7 per cento in meno rispetto ai 1.197 del 2011, con un recupero significativo rispetto all’8 per cento di contrazione dell’export prefigurabile sulla base dei dati disponibili qualche settimana fa. Ricordiamo che il totale della nostra produzione, utensili compresi, stimato a gennaio 2013 era di 1.553 milioni di euro. Dunque la temuta “disaffezione” dei mercati esteri non c’è stata e possiamo parlare di una “sostanziale tenuta”, soprattutto se si considera questo dato alla luce dell’andamento degli anni precedenti, piuttosto positivi. Il vero problema rimane il mercato italiano, oramai da molto tempo al palo; un dato che preoccupa, perché il sistema delle tecnologie italiane non può prescindere dalla domanda nazionale e pensare di compensarne il crollo con un impegno sempre più forte, e comunque oneroso, in mercati sempre più lontani e “difficili”. Gli imprenditori del “made in Italy” continuano ad affrontare questa sfida con grande impegno e coraggio: le nostre macchine sono in tutto il mondo, con una presenza capillare e costante che nessun altro competitor mondiale può vantare.
 
Ma rimaniamo ai dati diffusi dall’Ufficio studi di Acimall. L’Unione europea si conferma il miglior cliente, con 524 milioni di euro (meno 6 per cento rispetto ai 558 del 2011), una ovvia conferma che i mercati di prossimità sono quelli che danno i risultati migliori. Sugli scudi la Germania, che nel 2012 è stato il nostro miglior cliente in assoluto (104 milioni di euro contro i 97 del 2011, più 7,6 per cento), grazie a un mercato interno forte e che sta facendo buoni investimenti in tecnologia. Di contro si registra il calo della Francia, con una contrazione del 16,9 per cento degli acquisti di tecnologia italiana (88 milioni contro i 105 del 2011). Si consolida la Polonia (49 milioni nel 2012, 56 nell’ottimo 2011), Paese nel quale le imprese italiane vantano una forte presenza e una dinamica molto interessante. Non si ferma la discesa della Spagna, uno dei nostri principali clienti prima della crisi, con acquisti per oltre 100 milioni di euro, che nel 2012 si è fermata a poco più di 24.
Stabile l’Europa extra Ue, che ha fatto acquisti per 209 milioni contro i 204 del 2011. Sotto i riflettori la Russia, che ha dato grandi soddisfazioni alle nostre imprese negli ultimi anni e che è stato il traino di questa parte del mondo. In Russia abbiamo venduto macchine per il legno per 77 milioni di euro, il 20 per cento in più rispetto a un 2011 che era già stato ottimo. Bene anche Ucraina e Bielorussia, dove le aziende italiane sono ben radicate, anche se con valori meno rilevanti in termini assoluti: 10 milioni di Ucraina, 20 milioni Bielorussia. Soddisfazioni anche dalla Turchia, un altro mercato oramai consolidato, che nel 2012 vale 40 milioni di euro per le nostre esportazioni. Sommando i risultati delle prime due macroaree prese in esame è dunque evidente che l’Europa continentale è il nostro migliore cliente, acquistando oltre il 60 per cento delle nostre esportazioni.
 
L’Africa acquista tecnologie per il legno italiane per un valore di 63 milioni di euro. Non ci sono segnali particolarmente interessanti e se veramente sarà una promessa per il futuro ci sarà ancora da attendere per qualche tempo… Un sussulto dal Gabon era stato registrato nel 2011, con acquisti per 17 milioni di euro, scesi a poco più di 6 lo scorso anno. Da segnalare che la maggior parte del nostro export è indirizzato verso l’Africa del nord, sia per la migliore logistica ma soprattutto per la maggiore evoluzione di questi Paesi.
L’America del Nord è fortemente legata ai risultati degli Stati Uniti, che resta uno dei nostri principali mercati di sbocco con un valore di 70 milioni nel 2012, il 23 per cento in più rispetto al 2011, purtroppo ancora lontano dai 110 milioni che vi esportavamo prima della crisi.
Costante il Messico (attorno ai 7 milioni), in calo il Canada (13 milioni contro i 15 del 2011, meno 11,5 per cento. Stiamo comunque parlando di mercati con cui le imprese italiane vantano una lunga e proficua collaborazione. Il ruolo che gli Usa svolgono nell’economia nordamericana è paragonabile a ciò che il Brasile rappresenta per il Sudamerica, specialmente dopo la debacle della Argentina, ancora vittima degli strascichi della pesante crisi finanziaria che ha avuto effetto anche sulle macchine per il legno italiane, passate dai 17 milioni del 2011 agli 8 dello scorso anno. In Brasile il nostro export è stato di 61 milioni, più 18 per cento rispetto ai 51 del 2011.
 
Una occhiata alla Oceania, stabile attorno ai 15 milioni, prima di passare all’Asia, con un Medio oriente che ha visto una crescita del 4,6 per cento (47 milioni contro i 45 del 2011). Particolarmente interessanti gli Emirati Arabi che, dopo la contrazione del triennio 2009-2011, arrivano a 11 milioni di euro, il 70, 3 per cento in più  rispetto allo scorso anno.
Crollo, come era facile immaginare, della martoriata Siria; segnali positivi da Giordania e Qatar che – seppure con valori assoluti limitati, complessivamente poco più di 4 milioni di euro – inducono a pensare a un futuro prossimo “interessante”.
Due i punti di riferimento per l’Estremo Oriente, ovvero la Cina (50 milioni di tecnologie italiane nel 2011, 40 nel 2011, con un calo del 22 per cento) che ci aveva abituato a un andamento più convincente. Un calo fisiologico, alla luce dei forti investimenti degli anni precedenti, senza dimenticare che si tratta pur sempre di un mercato lontano, dove le difficoltà non mancano e la produzione nazionale è in continua crescita. Un discorso a parte per l’India, dove nel 2012 abbiamo esportato macchine per il legno per 11 milioni di euro, il 42 per cento del 2011. Va sottolineato che l’utilizzatore indiano nella stragrande maggioranza dei casi cerca macchine tradizionali e questo allarga il confronto con diversi competitor più vicini di noi, oltre a rendere buona parte della offerta tecnologica italiana di livello troppo alto. A ciò si aggiunge che due imprese italiane, Biesse e Costa Levigatrici, hanno una produzione in loco e influiscano dunque sul dato delle esportazioni.
 
 
EXPORT ITALIA 2012
ANDAMENTO DEI PRINCIPALI MERCATI PER PAESE
Utensili esclusi, in milioni di euro.
 
    ∆% 12/11
     
Germania 104,6 +7,6
Francia 88,1 -16,9
Russia 76,0 +20,9
Usa 73,7 +23,5
Brasile 61,2 +18,1
Polonia 49,4 -12,3
Belgio 47,1 -4,7
Regno Unito 46,8 +49,4
Turchia 39,8 -6,1
Cina 38,8 -22,7
 
Fonte: Ufficio studi Acimall, aprile 2013.