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Assofermet analizza il mercato della ferramenta
Gli ultimi cinque anni, dal 2019 al 2024, hanno rappresentato un periodo di intense sfide per le imprese, costrette ad affrontare scenari inediti e complessi.
Il settore italiano della ferramenta non ha fatto eccezione, evolvendosi e mettendo in luce tanto le proprie debolezze quanto i punti di forza. Questi aspetti sono chiaramente delineati nel nuovo report realizzato da Creditsafe per Assofermet.
I dati chiave: contrazione e trasformazione
Uno dei fenomeni più evidenti emersi dall'indagine è la riduzione del numero di imprese attive, con un calo medio annuo del 3%.
Considerando sia l'ingrosso che il dettaglio (codici ATECO), si è passati da oltre 20.500 a 18.400 unità. Particolarmente fragili si sono dimostrate le società di persone e le ditte individuali nel dettaglio, mentre le società di capitali sono rimaste sostanzialmente stabili, evidenziando una maggiore resilienza.
Nonostante questa contrazione numerica, il settore ha mostrato una sostanziale tenuta occupazionale, che, combinata alla riduzione delle imprese, ha portato a un aumento del numero medio di occupati per azienda. Questo indica una tendenza verso realtà più strutturate e con una maggiore capacità di assorbimento del personale.
Solidità Finanziaria e Concentrazione del Mercato
Analizzando i dati finanziari dai bilanci depositati all'esercizio 2023, emerge una chiara tendenza verso una maggiore solidità: si registra una minore esposizione verso il sistema bancario e, al contempo, una crescita delle disponibilità liquide e del patrimonio netto.
Il settore della ferramenta è caratterizzato da una elevata concentrazione del fatturato: un esiguo 0,8% delle imprese genera il 39% del fatturato complessivo, mentre oltre la metà delle aziende ne sviluppa appena il 5,4%. Questo sottolinea una forte polarizzazione tra grandi operatori e una miriade di realtà più piccole.
Sfida Generazionale: Un Punto Critico per il Futuro
Un tema che richiede particolare attenzione è l'età media degli imprenditori. Nel comparto dell'ingrosso, ben il 43% delle aziende ha una compagine aziendale con un'età media superiore ai 60 anni. Nel dettaglio, la situazione, seppur migliore, rimane tutt'altro che ottimale.
La riduzione del numero delle imprese, se accompagnata da una crescita delle dimensioni medie e dalla nascita di attività più solide (sia a livello societario che finanziario), può infondere ottimismo sul futuro dell'intero comparto. Questo processo potrebbe anche contribuire ad affrontare efficacemente la sfida del ricambio generazionale, che, al momento, sembra essere uno degli aspetti per cui siamo meno preparati.
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