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Il mobile in kit riscuote interesse

10 June 2010
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La solidità si accosta alla semplicità del montaggio nei mobili in kit e le combinazioni tra dimensioni e colori permettono di ottenere molte soluzioni. Chi fa parte di questo comparto è ottimista, anche perché si punta alla durata del prodotto.

Design Made in Italy


L’obiettivo è semplice e chiaro: creare e organizzare lo spazio in modo intelligente, pratico e piacevole.
Partendo da questo principio, le aziende del settore scelgono materiali che offrano determinate caratteristiche a iniziare dalla robustezza e sicurezza che però si devono coniugare con la semplicità di montaggio.
Completare gli spazi con stile necessita la scelta di oggetti in cui il design sia curato e quindi Made in Italy; anche finiture particolari e accessori permettono di ottenere il meglio in fatto di sfruttabilità ed estetica negli spazi abitativi, interni ed esterni.
Tra le proposte ci sono gli scaffali di Scaff System realizzati in acciaio zincato disponibili nella versione a bulloni e in quella a incastro e gli armadi Kis di a.b.m. Italia in polipropilene, il cui assemblaggio si svolge in alcuni minuti tramite incastro e fissaggio con un martello di gomma e allo stesso modo è possibile smontarlo e trasportarlo comodamente per creare e ricreare infinite combinazioni in luoghi diversi.
Pin con i suoi prodotti vuole sfidare il tempo, un impegno iniziato nel 1962 con la produzione di scaffali e arredamenti metallici antiruggine.
“La chiave di lettura del successo dei nostri armadi in kit - dichiara l’azienda - è la semplicità di montaggio. Nel montare l’armadio, il cliente non si trova di fronte a istruzioni incomprensibili e non deve destreggiarsi attraverso il fissaggio dei vari pezzi con viti posizionate nei posti più scomodi, ma semplicemente componendo a incastro la struttura e fissandola infine con dei rivetti in nylon con l’aiuto di un semplice martello”.
Il marchio “l’ArredoPratico” di F.lli Oste con cui commercializza mobili e complementi in kit comprende tre diverse tipologie di prodotti: mobili, scaffalature e complementi in legno grezzo (principalmente Abete), complementi d’arredo e accessori in metallo e legno verniciato (linea Hi-tech) e il sistema componibile di scaffalature e carrelli, e altro, in acciaio cromato “Iron System”.

Supporti al punto vendita


Tabelle, cubi, insegne di diverse misure sono predisposte da F.lli Oste, ma la vera proposta è la possibilità di creare un lay-out personalizzato per ogni cliente senza limiti di dimensioni o forma. L’azienda, infatti, dove possibile, crea, in collaborazione col cliente, vere e proprie ambientazioni che permettono al consumatore finale di identificare rapidamente il prodotto e la sua destinazione. Successo riscuote anche il catalogo in formato tascabile, così da consultarlo con calma a casa per valutare e scegliere l’articolo più idoneo alle proprie esigenze.
Accanto alla campionatura gratuita offerta da Smarty, ci sono i crowner di a.b.m. Italia. Se Pin può vantare 5600 combinazioni, che nascono dall’unione di quattro profondità, sette larghezze, cinque altezze, 10 colori disponibili e 4 tipologie standard di interni, è facile immaginare come l’azienda punti a far toccare i propri articoli sul punto vendita, esponendo alcune varianti. Anche il personale dev’essere preparato e formato in merito a processo produttivo e materiali utilizzati, così da dimostrarsi competente e un ottimo consigliere. E comunque l’assistenza è garantita in ogni fase di vendita, “rendendo possibile la comunicazione immediata tra le varie sedi/punti vendita, e la sede centrale” precisano da Pin.

Siamo ottimisti


Noi Italiani siamo partiti in ritardo rispetto alla concezione del “kit” nata all’estero, però abbiamo recuperato, pur rimanendo nei criteri di scelta un alto valore estetico e qualitativo del mobile e un divario sotto diversi punti tra Nord e Sud Italia.
Il consumatore punta a “un prodotto veloce ma gradevole” affermano da a.b.m. Italia. Ottimismo anche in Pro.Metalche dichiara: “La vendita di articoli in kit in Italia è sicuramente in fase di crescita e crediamo che ci sarà maggiore richiesta”.

La GDS ha più chance rispetto al punto vendita tradizionale?


Pensare a Ikea diventa immediato perché ha influenzato il modo di pensare all’arredo in casa e certamente la situazione economica può portare a un trend lievemente positivo per quanto riguarda questo settore.
Il ruolo della GD, secondo F.lli Oste, è di creare “cultura del fai-da-te, ma, ovviamente, al tempo stesso va a muovere il mercato in maniera a lei più favorevole. È un dato di fatto che le aperture dei grandi punti vendita della GD tolgano mercato (in qualsiasi comparto) alla rivendita tradizionale, che comunque rimane ancora molto presente sul territorio (specialmente al centro-sud). La rivendita dal canto suo può, e deve, rispondere con la specializzazione dei prodotti e la cura del rapporto umano, con l’assistenza alla vendita e il servizio”.
Basandosi sui dati, Scaff System afferma che la GD riesce a sviluppare “grossissimi numeri”, ma la rivendita tradizionale “gestisce ancora perlomeno un 50% del totale delle vendite”.
Se parliamo di spazi, la superficie a disposizione fa la differenza, ma si rischia di penalizzare il rapporto cliente/produttore per quel che riguarda la qualità, infatti, la grande distribuzione spesso utilizza come fattore discriminante il prezzo. Per questo motivo si realizzano prodotti di ottima qualità ma con un prezzo contenuto e la grande distribuzione comincia a rivolgere la sua attenzione su prodotti che presentano un giusto equilibrio nel rapporto qualità/prezzo.
Se la GD si rivolge a un’utenza allargata, Pro.Metal suggerisce alla rivendita tradizionale di “ricavarsi il suo spazio proponendo prodotti di fascia medio-alta offrendo consulenza e servizio ai propri clienti”.