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Pet: un mercato che “morde”

13 July 2012
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Il mercato del pet resiste alla crisi e si dimostra, ancora una volta, dinamico e vitale. Ce lo racconta Assalco, l'Associazione Nazionale Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, che ha recentemente presentato la Vª edizione del Rapporto dedicato all'andamento dei mercati pet food e pet care in Italia, sviluppato in collaborazione con Zoomark International, Salone Internazionale dei prodotti per le attrezzature per gli animali da compagnia. Un mercato in continua crescita, legato a doppio filo all'aspetto emotivo, che rende gli acquisti per il proprio pet un bene primario, al pari dell'alimentazione per la persona.
“Nonostante la crisi economica,” segnala Luigi Schiappapietra, presidente di Assalco, “il consumatore considera l'animale da compagnia un vero e proprio membro della famiglia e non rinuncia a garantirgli un'alimentazione industriale preconfezionata in grado di assicurare un'alimentazione sana, correttamente bilanciata e studiata appositamente per soddisfare le loro specifiche esigenze nutrizionali”.
Presenti quasi nella metà delle famiglie italiane (41,7%), gli animali da compagnia assumono sempre più i connotati di compagni di vita, al punto che anche la società inizia a fare sensibili passi in avanti anche dal punto di vista legislativo (nuovo Regolamento CE sull'immissione sul mercato e sull'uso dei mangimi, n.767/2009, entrato pienamente in vigore per il pet food a partire da settembre 2011).

Un mercato che scodinzola

La recessione economica si combatte a tavola: la principale categoria, quella degli alimenti per cane e gatto, cresce del +2,1%. Nel 2011 il mercato raggiunge un giro d'affari di 1.604 milioni di euro (594,4 milioni di euro di fatturato dai petshop e 1.009,6 milioni di euro dal canale grocery), di cui 870 milioni di alimenti per gatti e 650 milioni per cani, a cui si aggiungono 80 milioni di snack e fuoripasto, categoria che interessa soprattutto i cani. Pari a 536.900 tonnellate di petfood (+0,5% rispetto al 2010). Delle tre tipologie di food, il segmento umidi è il più rappresentativo: con 847,3 milioni di euro arriva a coprire il 52,8% del mercato e anche il settore trainante caratterizzato dalle performance più positive (+2,1% per il gatto, +2,7% per il cane). Seguono i secchi, con una quota che si attesta intorno al 42% per un giro d'affari di 673,3 milioni di euro. Infine gli snack & treats, gli spuntini ricompensa giunti a valere 83,1 milioni di euro, segmento ancora in fase “embrionale” ma decisamente dinamico. Per quanto riguarda, invece, gli alimenti per altri animali (uccelli, pesci, roditori ecc.) rilevati nell'ambito della GDO, il mercato si attesta sui 20,8 milioni di euro, con un lieve calo dello 0,7% rispetto la scorsa rilevazione. Infine, sempre positivo il settore accessori, che includono i prodotti per la cura, l'igiene, il comfort e il gioco, che nel canale della Grande Distribuzione Organizzata sviluppa un valore complessivo di 60,1 milioni di euro, attestando una crescita dell'1,5%.

I conti...tornano

A causa dell'eterogeneità del mercato, della presenza di una grande varietà di prodotti disponibili e dei prezzi, è ancora difficile elaborare una stima delle spese di mantenimento, in ambito alimentare, degli animali da compagnia. Tuttavia, secondo i dati elaborati da Eurispes, nell'85,6% delle famiglie italiane si spendono meno di 50 euro al mese per sfamare il proprio amico animale. Nel 53,3% dei casi, bastano addirittura 30 euro al mese. Ci sono anche le spese “folli”: mentre l'11% arriva a spendere fino a 100 euro ogni mese, un 3% circa sfiora la quota dei 300 euro.
 

Uno sguardo d'insieme

A livello internazionale, il mercato degli alimenti per animali da compagnia si attesta sui 65,8 miliardi dollari, con una crescita del 3,9% rispetto al 2010, mentre si prevede che nel 2017 possa, in linea teorica, raggiungere quota 95,7 miliardi di dollari. A guidare le vendite nel futuro saranno sicuramente le diverse esigenze nutrizionali derivanti dall'allungamento della vita media dei pet, la sempre più ampia rete di canali distributivi e la ricettività dei consumatori nei confronti dei prodotti premium, legata alla consapevolezza del forte legame tra sana alimentazione e benessere fisico. A fare la parte del leone ci sono sempre Europa e Nord America, che trainano l'intero settore con risultati contraddistinti dal segno positivo. Ottimi risultati per l'area Asiatico-Pacifica, che mostra una crescita più rapida, con un tasso di crescita annuo composto del 9%. Nello specifico, il panorama europeo registra una buona performance: una crescita del +1,6% rispetto al 2010. Si tratta di una crescita limitata, segno che dopo gli alti tassi di crescita degli scorsi anni, il settore pare abbia raggiunto una sua maturità. A eccezione della Spagna, che registra un aumento del 6,1%, la situazione comune dei Paesi presi in esame è che questo mercato è ora contraddistinto da una certa stabilità o addirittura una leggera contrazione nelle sue vendite a volume. Da notare che l'aumento dei prezzi del settore pet dovuto all'inflazione e all'innalzamento dell'IVA in molti Paesi europei, insieme all'aumento di importanza dei segmenti premium, guidano la crescita a valore. Core business a livello europeo, gli alimenti per gatti che distaccano di 29 milioni di euro la fetta di alimenti per cani, raggiungendo gli 86 milioni di euro. Il clima di incertezza economica in cui versano, a vari livelli, i Paesi europei ha sviluppato due tendenze che è bene tenere d'occhio. Cresce l'utilizzo di promozioni in modo uniforme: nonostante sia ancora lontano dall'esperienza dei mercati alimentari per uso umano, il settore pet combatte la crisi attraverso una decisa polarizzazione dei consumi. In secondo luogo, buona la performance delle private label che diventano sempre più una valida alternativa ai prodotti di marca.