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I conigli nel negozio

28 April 2008
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Sono al primo posto, dopo i criceti, fra i mammiferi più gettonati, ma la loro gestione non è sempre semplice: spazi, strutture, alimentazione, aspetti sanitari e convivenze hanno grossa importanza. Scopriamo perchè. Un servizio dedicato ai punti vendita che trattano gli animali vivi.

I conigli ornamentali occupano sicuramente una fetta importante del reparto pet di un garden center, forti delle loro caratteristiche generali che li rendono, tutto sommato, accessibili ai più sia dal punto di vista economico che dal punto di vista dell’impegno di cui necessitano. Come vedremo in seguito, al più noto coniglio nano colorato, si sono affiancate tante altre razze negli ultimi anni, e non tutte, logicamente, hanno le stesse esigenze.

Criteri espositivi: dove e in quanti?


Le sistemazioni più idonee dei conigli nel garden, restano gli espositori in plexiglas o vetro appositamente concepiti, che solitamente non permettono un contatto diretto fra l’animale e i clienti, e sono dotati di mangiatoie e abbeveratoi facili da riempire e da pulire. Anche se questo
tipo di soluzione resta la migliore, bisognerà tenere conto di alcuni criteri fondamentali: prima di tutto lo spazio deve essere proporzionale al numero di animali, dato che il “sovraffollamento” è sempre deleterio per diversi motivi; uno spazio inferiore a 50 x 50 cmq di superficie per singolo animale è sconsigliabile, inoltre bisognerà tenere conto di una quantità di acqua sempre disponibile non inferiore a 200 ml per coniglio e di uno strato di lettiera consono al numero di animali. A questo proposito possiamo dire che le lettiere utilizzabili sono tante, dal truciolo depolverato di abete alle lettiere di agrumi o a base di mais; per avere un’idea della quantità giusta possiamo tenere conto di una regola empirica ma efficace: gli animali, nei loro normali movimenti, non devono mai “scoprire” completamente il fondo dell’espositore: se questo accade è segno che la quantità di lettiera messa a disposizione è insufficiente e andrà quindi aumentata.

Armi vincenti e false credenze


Nel reparto pet del garden “l’immagine” globale degli animali ospitati è fondamentale; conigli che appaiono “stretti” nella sistemazione che si offre loro non danno l’idea di essere in una situazione di
“benessere”, e questo fatto incide sempre negativamente sul cliente che li osserva.
In linea generale è meglio esporre qualche coniglio in meno di quella che è la capienza della struttura e non bisogna credere che espositori con pochi animali sembrino “quasi vuoti”; questo meccanismo che talvolta si innesca con le merci “inerti” (food e non food in generale), non vale per gli animali vivi nella maniera più assoluta.
Un’altra situazione sbagliata è costituita dalla sistemazione “comune” di conigli e cavie; se è vero che in linea generale sono due pet che possono convivere tranquillamente al domicilio di un appassionato, è altrettanto vero che non vanno esposti insieme nel garden. I motivi sono sia di natura sanitaria (un veterinario specializzato può spiegare i molteplici problemi che si possono presentare), sia di natura pratica, infatti sono due mammiferi simili ma assolutamente non uguali nelle abitudini generali e nelle esigenze alimentari.
Stesso ragionamento vale per altri pet considerati (erroneamente) “simili” nelle esigenze, come per esempio i cincillà, i degu del Cile o i gerbilli.

Errata alimentazione e stress: l’origine del 95% dei problemi


L’errata alimentazione è spesso fonte di disordini gastro enterici anche mortali. Nel garden è importante sia nutrire bene i conigli ospitati, sia saper consigliare al meglio l’acquirente.
Vediamo un po’ in generale l’alimentazione di questo animale: è necessario premettere che il coniglio è un erbivoro puro, che in natura si sostiene alimentandosi di erbe, radici, cortecce, foglie, bacche, germogli, ecc. Prendere spunto dall’alimentazione naturale del coniglio selvatico è sostanzialmente giusto, anche se si possono fare degli “aggiustamenti” che rendono più agevole la vita a chi deve alimentarlo nel garden senza arrecargli danni. Senza dubbio l’alimento fondamentale è il fieno, che dovrà essere sempre a disposizione; nel garden andrà benissimo utilizzare quello pressato, che del resto si può anche consigliare a tutti gli acquirenti che non possono tenere quantitativi maggiori.
La dieta dovrà essere integrata con alimenti freschi, principalmente verdure e erba fresca; è credenza diffusa che i vegetali freschi siano pericolosi per i conigli e questo concetto è sicuramente errato, bisognerà però seguire delle regole ferree nel somministrare questi alimenti.
Vediamo schematicamente tre punti importantissimi:
  • non dovranno essere stantii,

  • non dovranno mai presentare parti deteriorate,

  • non dovranno mai essere a temperatura di frigorifero.

La frutta si può dare, ma saltuariamente per via del suo alto contenuto di zuccheri semplici; a riguardo degli alimenti secchi, che erroneamente si ritengono indispensabili nella alimentazione giornaliera del coniglio, possiamo dire che i pellets con alto contenuto di fibra (almeno il18%) si possono consigliare in ragione di 4-5 cucchiai da minestra pieni al dì per un coniglio nano di peso normale; nel garden ci si potrà attenere a una dose media di circa 2,5-3 cucchiai per ogni coniglietto giovane al dì; non scordare mai di consigliare vivamente all’acquirente di non cambiare di colpo il tipo di pellets utilizzato nel garden.
L’acqua deve sempre essere disponibile e infine è importante ricordare che il pane secco non ha proprietà “benefiche” sulla regolazione della crescita dentaria, infatti il solo contatto con la saliva lo rende subito morbidissimo; in sostanza è un alimento che è meglio evitare, anche per via del suo elevato contenuto di carboidrati. Per la funzione di “limatura” degli incisivi sono invece utili i rametti di piante di agrumi, di salice o di robinia, da offrire comunque non con cadenza giornaliera.
Lo stress è un’altra causa di problemi di salute spesso ignorata; il coniglio, come del resto tutti gli animali (uomo compreso), patiscono un indebolimento delle difese immunitarie in condizioni di stress, questo vuol dire che in tale condizione essi sono più vulnerabili al contagio di malattie sia batteriche che virali; nel garden può essere utile un composto multivitaminico da sciogliere nell’acqua, che si potrà sospendere tranquillamente nel momento della vendita o, meglio ancora, dopo qualche giorno da essa.
Ma quali sono i più comuni fattori di stress nel reparto animali di un garden center?
Sicuramente i rumori acuti di varia origine, come per esempio motori di macchinari o versi di pappagalli, accertarsi sempre che almeno di notte non vi siano rumori molesti costanti. Inoltre attenzione al microclima, che non deve mai subire modificazioni repentine, e infine dotarsi di una valida cartellonistica che “educhi” i visitatori del reparto pet al rispetto verso gli ospiti (cartelli “non toccare gli animali”, “non battere sui vetri degli espositori”, “non urlare”, ecc.).

Aspetti sanitari fondamentali


L’aspetto sanitario più importante da ricordare nei garden è che i conigli, indipendentemente da razza e peso, devono seguire un programma vaccinale contro la mixomatosi e contro la malattia emorragica. È opportuno invitare sempre a rivolgersi al veterinario di fiducia per stilare un libretto sanitario che riporti il tipo di vaccino e le scadenze.
In punti vendita all’avanguardia nel pet, un servizio cosiddetto “di partenza” può essere contemplato direttamente dal garden.

Parlando di razze


Come accennato in apertura di questo articolo, le razze che oggi interessano l’ambito dei “conigli ornamentali” sono molte di più che in passato; il personale dei reparti pet dei garden deve soprattutto imparare a districarsi bene tra nomi comuni reali, nomi di fantasia e razze cosiddette “con standard”. Per dare un’idea generale, sicuramente i conigli della razza “nano colorato” sono largamente i più diffusi, ma tra le razze (o sottorazze) con richiesta in aumento meritano di essere menzionati gli arieti nani, gli American fuzzy-lop, i testa di leone nani, gli angora nani, i minirex e gli hotot.



Conoscere la digestione del coniglio
La digestione del coniglio parte dalla bocca, che è una sede anatomica molto soggetta a problemi di vario genere,con cause principalmente genetiche e da errata alimentazione. Il bolo inghiottito raggiunge, attraverso l’esofago, il sacchetto dello stomaco,che è uno solo al contrario degli erbivori cosiddetti “ruminanti” che ne possiedono addirittura quattro. Il coniglio però presenta talmente tante similitudini nutrizionali con questi suoi “parenti” erbivori che è stato spesso riconosciuto come un “ruminate mancato”. In pratica, anche il coniglio adotta una sorta di “riciclaggio” delle sostanze nutritive, e lo mette in essere attraverso il fenomeno della “ciecotrofia” che consiste nell’ingerire direttamente e senza masticarli i cosiddetti “ciecotrofi”,che appaiono come dei grappoli di piccole sfere avvolti in una membrana gelatinosa.
Questo “doppio percorso” nel sistema digerente permette all’animale di assimilare delle sostanze nutritive in prima battuta, e poi “recuperarne” delle altre attraverso la digestione dei ciecotrofi. Il prodotto finale della digestione corretta sono le cosiddette “pallottole fecali”,ovvero le palline scure di feci che sono tipiche di tutti i lagomorfi.
da “Conigli di razza” Manuali Nordpress 2008