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Garden center: una questione di identità

18 September 2008
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Scegliere di avviare un’attività di garden center o fare il giardiniere è, secondo quanto confermano molti operatori, il miglior lavoro del mondo. Ne conveniamo che sia meglio occuparsi di piante, fiori e giardini che non di... tanto altro.
In Italia l’attività dei garden center, intesa come la vendita di piante fiori e prodotti annessi al grande pubblico, ha avuto la sua origine nell’ambito della naturale crescita delle aziende agricole florovivaistiche, ovvero all’interno del comparto agricolo della produzione di piante e fiori, come attività di vendita diretta “sul fondo” agricolo che prevede e consente anche la vendita diretta.
In altri paesi europei (e non solo) l’attività di garden center è sorta prevalentemente nell’ambito del settore commerciale e distributivo, riservando al settore agricolo il ruolo di fornitore o comunque di una più contenuta attività di vendita e di relazione con il grande pubblico. In Francia e in Germania stanno scoprendo ora “il bello di comprare in campagna o nell’azienda agricola”.
In Italia una certa configurazione agraria ha spinto il florovivaismo durante la sua evoluzione produttiva e commerciale, più che in altri settori agricoli, a privilegiare il contatto diretto tra produttore e consumatore, ciò che oggi va molto di moda e si chiama “filiera corta”.

Filiera corta e km zero


Un tentativo, ben riuscito, di conservare una maggiore quota di valore al prodotto, senza disperderlo nella catena distributiva. L’agricoltura della frutticoltura, dei cereali o della zootecnia e dell’orticoltura solo da poco si stanno strutturando a gestire il prodotto in filiera corta.
Il florovivaismo italiano, per la concorrenza estera dell’importazione di piante e fiori a prezzo più competitivo da Olanda e paesi a basso costo di produzione, ha sviluppato una forma di produzione e commercializzazione della produzione che ha dato il via agli attuali “garden center”. Una forma di vendita che ha molti vantaggi, ma che ha anche dei limiti commerciali ben chiari e legittimi, ma che le imprese cercano di rendere il più elastici possibile (se non di ignorare).
In tutti i paesi europei i comparti dell’agricoltura e del commercio prevedono delle attività ben chiare e definite e delle norme amministrative e fiscali diverse; queste ultime più in Italia che negli altri paesi. Infatti il sistema “a catasto rurale” per il calcolo delle imposte sui terreni e sulle attività agricole, è attivo solo in Italia e in parte in Spagna; non esiste negli altri paesi europei e negli Usa. Questa situazione di diversità amministrativa e fiscale è normale che generi confusione e critiche tra gli operatori dei due settori, agricolo e commerciale. In ogni caso si possono mitigare i conflitti con il rispetto delle regole del gioco.
Quindi, il primo passo da fare per chi deve avviare un garden center è scegliere in quale comparto di attività avviare l’impresa: agricoltura, commercio o, quando ci sono le condizioni, in entrambi.

Agricoltura o commercio


Molte delle difficoltà e delle criticità che rileviamo nello sviluppo e crescita dei garden center in Italia è dovuto alla confusione dei ruoli o alla mancanza di chiara identità d’impresa. Molti conflitti e richiami alla necessità di norme o leggi specifiche di settore sono superabili con la consapevolezza delle potenzialità e dei confini del comparto di attività di appartenenza.
Sono davvero necessarie nuove norme per la disciplina del settore dei garden center? Nell’ottica della semplificazione legislativa e di limitare la proliferazione di leggi per situazioni già ben disciplinate sarebbe opportuno dire cosa in dettaglio va “normato”.
Nell’analisi del comparto dei garden center non sono molte le situazioni che sembrano richiedere nuove norme.
Migliorare la situazione generale è opportuno e indispensabile, ma quanto delle criticità emergenti è correlato alla “carenza legislativa” e quanto alla capacità di coerenza con la propria identità imprenditoriale di settore di appartenenza?
Peraltro non è secondario sottolineare che il giardinaggio a livello professionale, come attività di garden center ma anche di produzione come aziende florovivaistiche e di progettazione e costruzione delle aree verdi, è nel suo percorso di crescita nel punto di transito tra l’età giovanile e la maturità.
É al termine la fase giovanile, benché molti ci lavorino da 30/40 anni, in quanto come settore ha concluso la curva di crescita degli anni Ottanta e Novanta a due cifre, quando la crescita annuale del settore registrava una PLV con un incremento di circa il 10% annuo, per stabilizzarsi oggi su una tendenza media del 3/4 % annuo. É ancora un settore in crescita, in cui la PLV aumenta ogni anno, così come le superfici coltivate di piante e fiori; ma da qualche anno è iniziato a diminuire il numero delle aziende di produzione.
Meno aziende, ma di maggiori dimensioni. É il segno dell’ingresso del giardinaggio nella fase di selezione delle aziende, caratteristica di un settore maturo in cui è iniziata l’economia di scala, con aziende con bilanci ed economie sempre più grandi.

Il garden center è in crescita


I garden center, più che le aziende di produzione, sono ancora in crescita, in quanto la commercializzazione e il rapporto con il cliente finale nel giardinaggio non ha ancora avuto il suo apice e la sua formazione tipologica matura.
Si sta realizzando in questi anni lo sviluppo delle imprese di qualità della distribuzione, intesi come il classico e internazionale “garden center”, nonostante molto sia stato fatto dagli anni Ottanta a oggi. Finora il garden center si è sviluppato in funzione di una domanda forte del mercato e con una relativa concorrenza. Oggi la concorrenza è cresciuta e il classico garden center, sia di origine agricola sia di natura commerciale, deve organizzarsi e strutturarsi secondo le moderne modalità di gestione dei migliori garden center internazionali.
Inoltre, è anche vero che il mercato e lo svolgimento delle professionalità e delle imprese nei nuovi settori è sempre “più avanti” e più creativo delle istituzioni e delle sue forme di governo che intervengono regolarmente a posteriori della creazione dei settori di mercato.
É normale percepire una certa inadeguatezza delle regole del gioco, quando il gioco diventa più complesso e il numero dei giocatori aumenta.