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Materiali e forme per “vestire” il garden

14 February 2008
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Dare una nuova immagine ai garden per rilanciare un’estetica che si deve evolvere come si evolvono i contenuti, i metodi di vendita, i layout espositivi.
Il contenitore diventa immagine del contenuto, gli elementi costruttivi possono “vestire” il garden con superfici idonee a creare effetti architettonici sempre più personalizzati. I materiali generalmente più vicini alla tradizione come il legno, i mattoni e il ferro, possono essere reinventati per dare un’immagine più moderna e più fresca.
In un panorama uniformato si può giocare con i rivestimenti. Se sappiamo sceglierli e valorizzarli, non sono solo strumenti tecnici, diventano vera e propria comunicazione.
Perché distinguersi solamente attraverso le insegne?
Perché non andare oltre e osare di più?
Non cambiamo radicalmente la tipologia architettonica classica a capannina del garden che rimane sempre un segno d’identificazione e riconoscimento dell’attività di vendita, ma giochiamo sulle diverse valenze espressive che possono avere i diversi materiali, reinterpretandoli. L’obiettivo è di portare rinnovamento a un’estetica standardizzata, quindi “rivestirsi” di una nuova pelle per essere maggiormente riconoscibili.
Spesso l’immagine tradizionale di un garden dà un’idea del contenuto diversa da quello che in realtà è. Bisogna ricordare che il garden “vende natura” ma non solo; c’è anche tutto quello che ruota attorno ad essa, dal tempo libero all’abitare l’esterno, dal vestire la casa alla cura degli animali domestici, ecc.

Scelte nuove = scelte costose?


Costruire un punto vendita è, come sappiamo benissimo, un grande investimento di risorse economiche e fisiche. Ogni imprenditore che intende creare ex novo un garden center ha la necessità di rendere produttivo il proprio investimento e nasce quindi l’esigenza di creare una struttura che sia riconoscibile, non si uniformi all’immagine dei concorrenti ma che al contrario si evidenzi e si differenzi, pur dovendo ancora interpretare l’identità nota ai consumatori.

Come rendo “unico” il mio punto vendita?


Per semplificare, possiamo dire che per l’immagine esterna le strade sono due.
Posso progettare una struttura architettonicamente “unica”, particolare, che non risponde ai classici canoni di un garden, oppure posso mantenere le caratteristiche architettoniche tipiche ormai consolidate nell’immaginario comune (tetto a capannina e serre) e giocare con un altro tipo di unicità: quella data dalla scelta dei materiali per i rivestimenti che offrono un’immagine sensoriale “unica”.
Guardiamo i rivestimenti non solo come una separazione fisica fra spazio interno e spazio esterno, ma come “volto” dell’architettura che guarda verso il contesto ed è recepito da questi come messaggio.
Questa è una soluzione interessante, perché ci apre allo studio e alla ricerca di soluzioni “materiche” poco usuali, almeno nell’architettura del garden. I progressi tecnologici offrono un ventaglio talmente ampio di scelte che permettono di creare una “pelle” al nostro punto vendita assolutamente unica, senza comprometterne la funzionalità e senza dover affrontare un dispendio maggiore di risorse economiche.
La strada che porta all’innovazione delle forme e dei materiali può essere seguita anche in considerazione dell’assunto di base che coinvolge l’imprenditore al momento della scelta dell’investimento e che si esprime in due differenti modalità:

  • dare alla struttura un valore immobiliare eventualmente ricondizionabile in un secondo tempo verso altre tipologie di impiego;

  • limitare l’investimento concentrando le risorse sull’arredo, sulle scenografie e sulla qualità interna.


I dettagli che fanno la differenza


L’involucro di un edificio è come un continuum di superfici e strutture.
L’osservatore si trova a guardare e giudicare una struttura nella sua interezza e ne riceve di conseguenza un messaggio, una sensazione, che si traduce in ricordo. Ma una struttura è fatta di moltissimi dettagli, moltissime componenti che alla fine si traducono in estetica. Grazie alla scelta ragionata e consapevole possiamo caratterizzare l’estetica del nostro punto vendita e renderlo unico mantenendo al contempo un’ immagine riconoscibile.

L’espressività come scelta


Scegliere i materiali in base al loro uso è spesso considerata un’attività banale e scontata.
Conosciamo veramente quali sono le possibilità tecniche, estetiche ed espressive che i differenti materiali ci offrono?
Per operare la scelta giusta dobbiamo avere chiara la sensazione che il nostro punto vendita deve trasmettere, il tipo di impatto e di atmosfera che vogliamo far percepire. Pensiamo alla classica tipologia architettonica del garden. Una grande struttura reticolare che funge da scheletro con pannelli di rivestimento, tetto a due falde (ma anche piatto nei progetti più moderni), con alternate coperture trasparenti e opache. Le soluzioni per rispondere a queste esigenze sono talmente vaste che dobbiamo solamente capire dove vogliamo arrivare.
Attraverso il design possiamo creare sensazioni e innovazione anche attraverso l’utilizzo di materiali comuni, che attraverso le proprie caratteristiche tecniche si spingono verso effetti totalmente nuovi e possono essere reinventati per dare un’immagine più moderna e più fresca.
Consideriamo che i materiali hanno una vita e l’effetto dell’azione degli agenti atmosferici cambia nel tempo. Le ossidazioni e il cambiamento di colore dei legni, per esempio, rendono la struttura viva e in continuo mutamento senza farne percepire un effetto di deterioramento e di decadenza. Anche i metalli, come i legni, subiscono trasformazioni per opera del tempo e dell’ambiente circostante. La corrosione è un tipico fenomeno che, se previsto, può accentuare il fascino del metallo e diventare un elemento assolutamente decorativo e ornamentale.
Comunicazione significa vedere i materiali non solo da un punto di vista tecnologico/prestazionale ma anche sotto aspetti culturali, emotivi, estetici.

Giochi di trasparenza


Con l’utilizzo di superfici vetrate riusciamo a creare molteplici giochi di trasparenze e riflessi, grazie alla reazione del materiale alle variazioni della luminosità.
Le possibilità di scelta di finiture sono molteplici. Le caratteristiche fisiche del vetro possono essere modificate in molti modi e quindi adattate alle esigenze e ai requisiti necessari. Possiamo sottoporlo a trattamenti termici o chimici, possiamo lavorarne le superfici, renderle stratificate e isolanti.
Anche per quanto riguarda l’estetica le possibilità di scelta non sono poche. Si possono avere vetri trasparenti, opachi o traslucidi, con superficie perfettamente liscia ottenuta per acidatura, ruvida o erosa grazie alla sabbiatura, colorata grazie alla smaltatura o alla pittura oppure disegnata grazie alla serigrafia.
I pannelli di vetro stampato sono scelti per rispondere istantaneamente ai mutamenti della luce. Il rivestimento, a seconda del punto di osservazione, della limpidezza del cielo e della posizione del sole, può così apparire color argento come una scultura di luce o tendente al grigio o ai toni di blu o addirittura apparire con i colori dell’oro.
Esistono in commercio vetri schermati con fili metallici, con lamiere forate, con reti, con superfici con strisce o puntini per proteggere dalla troppa luce, che creano un’estetica interessante grazie al gioco tra la superficie stessa, la sua riflessione e la sua trasparenza.
Le possibilità di scelta sono davvero numerose e la ricerca ha dato risposta a moltissime esigenze sia tecniche/prestazionali sia estetiche.
Se, per esempio, dovessi scegliere per la facciata del mio garden un vetro completamente trasparente, avrò una relazione fortissima fra esterno e interno. Avere un’enorme vetrina mi dovrà far considerare nell’allestimento interno che la mia clientela avrà una visuale della merce, dell’allestimento e dell’ordine anche dall’esterno del punto vendita. Dovrò quindi collocare vicino alla superficie vetrata tipologie di merci con caratteristiche di attrattiva per il consumatore e disporle in modo da creare un allestimento scenografico che induca curiosità e seduzione. Dovrò allestire la mia immagine.
Se scegliessi invece un vetro leggermente specchiato, il mio garden rifletterà durante le ore diurne tutto quello che c’è fuori e solo lievemente e a distanza ravvicinata quello che è il contenuto della struttura. Con il calare della luce del sole, il contenitore si farà sempre più trasparente fino a diventare evanescente per lasciar spazio al contenuto. Come risultato queste superfici vetrate producono nuove spazialità e creano un rapporto univoco tra spazio interno e spazio esterno cambiando percettivamente il volume del contenitore e del contenuto attraverso le superfici riflettenti di giorno e trasparenti di notte.

Naturale o hi-tech?


I materiali metallici sono da sempre nell’universo del “verde” utilizzati come elementi strutturali e raramente vediamo esempi coraggiosi che utilizzano questi materiali più esteticamente tecnologici come elemento di distinzione e comunicazione. Nel nostro immaginario lasciano un senso di freddezza e staticità. È poi così vero, o siamo influenzati da un pregiudizio che ci fa credere che solo i materiali naturali creano un senso di calore e familiarità? Perché, se guardiamo il panorama di materiali metallici in commercio, scopriamo che ne esiste una tale varietà che è impensabile che non ci possa essere quello che risponda alle nostre esigenze, sia estetiche che tecniche/prestazionali.
Grazie alla loro resistenza, hanno sedotto anche il campo dell’architettura, dando la possibilità di realizzare rivestimenti leggeri e dalle forme libere.
Inizialmente l’immagine tecnologica che esprimevano è stata il loro successo, ma con il progresso dei metodi di lavorazione delle leghe metalliche questo concetto è stato superato grazie alla varietà di finiture superficiali e la trasversalità d’utilizzo. Infatti, insieme all’alluminio (dalle sfumature argentee), possiamo utilizzare come materiale per la costruzione e la “vestizione” degli edifici altri metalli come il rame (dall’inconfondibile color “rame” e dalle sfumature di verde), il bronzo, (che parte dal colore rosso-aranciato e varia in sfumature più calde e scure), al piombo (dalle tonalità più scure del grigio).
Alcune tecniche di lavorazione e finitura dei metalli danno al designer grande margine di manovra nelle scelte progettuali.
Una lamiera, per esempio, può essere sottoposta a lavorazioni che la rendono assolutamente adatta a essere un rivestimento: le nuove tecnologie di taglio e stampaggio laser consentono di caratterizzarla con disegni e texture, per creare un punto di vendita che comunica, con fori e incisioni, punzonature, noduli, onde, con forature di diverse forme che rendono vive le superfici con un’alternanza di luci/ombre e pieni/vuoti.
Le finiture superficiali danno un altro livello di personalizzazione, perché dai classici colori naturali dei vari tipi di metallo, grazie ai nuovi processi di colorazione, possiamo scegliere qualsiasi tipo di finitura e cromatismo. A noi la scelta di avere una superficie liscia e lucente, brunita o ossidata, o ancora incisa con disegni e motivi, o prodotta come grigliato metallico come un vero e proprio tessuto.
Proprio la vibrazione delle superfici crea un cromatismo cangiante nell’edificio che è enfatizzato dalle condizioni atmosferiche, dalla posizione del sole e dal punto di vista dell’osservatore.
È giusto sapere quali sono le possibili frontiere estetiche che i materiali ci offrono, anche se al lato pratico non sempre, anzi quasi mai, si effettuano le scelte più coraggiose. Possiamo però trovare un giusto compromesso, utilizzando, per esempio, le possibilità espressive dei materiali anche solo per un elemento del nostro punto vendita, come l’ingresso, per creare un effetto ricercato e un design identificativo.