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Osservatorio Non Food: 2016 in crescita (+0,9%) per il bricolage

05 July 2017
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Sono stati presentati ieri al Piccolo Teatro Grassi di Milano i risultati dell'edizione 2017 dell'Osservatorio Non Food di GS1 Italy, lo studio realizzato in collaborazione con TradeLab che dal 2003 monitora il settore dei beni non alimentari e racconta l'evoluzione dei consumi e dell'approccio degli italiani allo shopping.
Dall'Osservatorio emerge che continua il trend positivo dei consumi non alimentari, anche se la crescita appare più lenta che nel recente passato: il 2016 si è chiuso con 102,5 miliardi di euro di vendite non food, l'1% in più rispetto al 2015.

In particolare, il settore bricolage ha registrato una crescita dello 0,9% sul 2015, con un valore totale di 11.965 mln di euro.

Oltre a presentare il bilancio delle vendite del 2016, quest'edizione dell'Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha anche tracciato il bilancio dell'ultimo decennio, ripercorrendo i fenomeni più rilevanti, i cambiamenti più significativi e i trend più importanti che hanno caratterizzato i consumi non alimentari tra il 2007 e il 2016. Il focus ha riguardato soprattutto la digitalizzazione e l'impatto che ha avuto sul sistema distributivo e sui comportamento d'acquisto degli italiani.


«Quest’edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy è particolarmente significativa perché è stata l’occasione per tracciare il bilancio di 10 anni di digitalizzazione e per raccontare l’impatto che ha avuto sulla vita degli italiani» commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «Del resto, è dal 2003 che il nostro osservatorio raccoglie ed elabora i dati relativi a 13 comparti* extra-alimentari, dai gioielli al bricolage, dai mobili all’ottica, dall’abbigliamento all’elettronica di consumo. Un patrimonio informativo unico che ne fa un osservatorio privilegiato per spiegare come sta cambiando l’Italia e dove sta andando».
 

Universo Non Food: i numeri del 2016

Il mondo dei consumi delle famiglie, così come calcolato dall’Istat e composto da servizi, consumi grocery e consumi non alimentari, vale oggi circa 1.024 miliardi di euro e cresce nel 2016 del +1,4% sostenuti prevalentemente dalla crescita dei servizi (+1,5%).
I consumi non alimentari nel 2016 sono arrivati a 152,8 miliardi di euro e sono cresciuti del +1,0% in linea con la crescita dei consumi grocery (+1,1%): grazie alla ripresa degli ultimi anni il peso percentuale dei beni non alimentari sul totale dei consumi delle famiglie si è stabilizzato intorno al 15%, pur non arrivando ancora al 17% del 2007, anno in cui l’importanza dei consumi non alimentari era paragonabile a quella del totale dei consumi grocery (17,5%).
Nel 2016 i 13 settori* monitorati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy - che esclude i servizi Non Food e alcuni comparti minori compresi dall’Istat – hanno totalizzato consumi per un totale di circa 102,5 miliardi di euro, pari al +1,0% rispetto al 2015.
«Il 2016 è stato un anno ancora di crescita per i consumi, che chiudono l’anno con un bilancio di segno positivo e con un’evidente ripresa in quasi tutti i settori, anche se a ritmo ridotto rispetto all’anno precedente» aggiunge Cuppini.

Mercati Non Food: chi sale, chi scende

Il mondo del Non Food è un puzzle di settori molto diversi per logiche di produzione, dinamiche commerciali e stili di consumo. Su questi differenti segmenti la crisi ha influito in modo diverso, facendo registrare nel corso degli ultimi anni dei trend altalenanti. Uno scenario confermato anche nel 2016, un anno nel quale quasi tutti i segmenti del Non Food hanno evidenziato una ripresa, anche se con modalità e valori differenti.
Tra i settori top per crescita nel 2016 troviamo i giocattoli (+4,7% sul 2015), l’edutainment (+4,3%), e l’elettronica di consumo (+3,4%). L’unico settore ad aver chiuso l’anno con un segno negativo importante è quello di abbigliamento e calzature (-2,3%).

Canali di vendita: chi apre, chi chiude

L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy conferma la razionalizzazione in atto nella rete dei punti vendita Non Food presenti sul territorio italiano. Ma rivela anche il trend è meno accentuato rispetto al passato: nel 2016 hanno chiuso circa 4.600 punti vendita e il bilancio tra aperture e chiusure è stato dello -0,1%.
In alcuni casi la rete di vendita è rimasta stabile, come per i mondi della cosmetica, profumerie e erboristerie, se non addirittura ha invertito la tendenza come nei settori legati all’elettronica, all’informatica e alla telefonia (+2,2% di esercizi).