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Analisi » Pile: la durata fa la differenza

Pile: la durata fa la differenza

14 April 2008
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L'utilizzo delle pile su apparecchiature tecnologicamente sempre più evolute richiede una capacità di carica incrementale. Per questo, le aziende produttrici investono ingenti capitali nella ricerca di materiali innovativi che soddisfino le esigenze degli utilizzatori finali.

Le pile forniscono l’alimentazione elettrica a dispositivi portatili di vario tipo e il mercato comprende diverse referenze, suddivise per tecnologia, potenza e campo di applicazione. Le pile zinco-carbone, inventate nel 1868, sono ancora molto usate, soprattutto nelle applicazioni con basso assorbimento di corrente. Le pile alcaline, sviluppate negli anni Sessanta, utilizzano, come le zinco-carbone, zinco e biossido di manganese ma i due elettrodi hanno struttura porosa e l’elettrolito è di un composto alcalino e hanno una durata di carica superiore. Le pile zinco-aria, sviluppate agli inizi del Novecento, sono strutturate con la pila contenuta in una capsula di metallo che forma il terminale positivo e trovano applicazione negli impianti di telecomunicazione non collegati alla rete elettrica, negli orologi e nelle protesi auditive. Poi, ci sono le pile zinco-cloruro e quelle al litio, a elevato potenziale elettrico. Di recente introduzione, sono le pile a combustibile, il cui elemento fondamentale è la cella a combustibile, un generatore elettrochimico in cui entrano un combustibile e un ossidante e da cui si ricavano corrente elettrica continua, acqua e calore. Una novità sono le pile Usb: togliendo il cappuccio dalle batterie e infilando la chiavetta nella porta Usb del computer le pile ricevono la carica per funzionare; il sistema è molto utile per contribuire a risolvere il problema dello smaltimento delle batterie una volta che la carica si è esaurita. Accanto al mercato delle pile standard, esistono due comparti altrettanto significativi: quello delle micropile e quello delle batterie ricaricabili. La tipologia di micropile più venduta è quella all’ossido d’argento, il cui principale sbocco è costituito dall’orologeria; le ricaricabili, ad esempio quelle al nichel cadmio, vengono utilizzate principalmente per cellulari, fotocamere digitali, telecamere e piccoli apparecchi elettrodomestici. Per quanto riguarda l’andamento della produzione, nel 2006, in Italia, sono state vendute circa 400 milioni di pile standard (-1,2% rispetto al 2005) nei formati tradizionali, ministilo, stilo, mezza torcia, torcia, transistor, piatte e speciali, con un fatturato che si aggira intorno ai 325 milioni di euro. Le più vendute sono state le alcaline (270 milioni di euro), seguite da quelle zinco-carbone (90 milioni di euro). Per approfondire le dinamiche del comparto, abbiamo parlato con le principali aziende produttrici, focalizzando il discorso sull’innovazione, in termini di prodotti e materiali, e sulle strategie di marketing.

La gamma produttiva e i modelli più richiesti


Panasonic ha un catalogo completo di pile consumer, che comprende: cilindriche, oxiride, alcaline, ricaricabili, zinco-carbone e pile a bottone. Attualmente, i modelli di punta, che si distinguono per le caratteristiche tecnologiche, sono due: la pila Digital Extreme Power con tecnologia oxiride, ideale per il digitale, con una potenza nettamente superiore rispetto alle alcaline; e la ricaricabile Infinium che ha la caratteristica di essere già carica quando si acquista e anche dopo averla utilizzata e ricaricata, se riposta in un cassetto, rimane carica per un anno. Beghelli, protagonista nel settore dei dispositivi di sicurezza per la casa e le persone, nel 2005 ha fatto il proprio ingresso nel mercato delle pile con Carica500, una gamma completa di batterie ricaricabili al Nichel Metal Idrogeno, per soddisfare le differenti esigenze di alimentazione dei prodotti elettronici. Carica500 si acquista già carica e pronta per un utilizzo immediato, come una normale pila "usa e getta" e le batterie sono fornite all’interno di blister dotati di speciali contatti per la ricarica, che avviene direttamente sugli espositori nel punto vendita. Questo modello non contiene sostanze inquinanti, quali mercurio e cadmio, dannosi per la natura e la salute umana, che sono stati sostituiti con materiali non tossici. A distanza di pochi mesi dal lancio di Carica500, l’azienda ha affiancato alla linea standard i modelli Gold e Fast 15', pensati per un utilizzo di tipo professionale e in grado di alimentare in modo soddisfacente la nuova generazione di prodotti digitali. Carica500 Gold si caratterizza per l'elevato rendimento, assicurando alte prestazioni anche su dispositivi a elevato assorbimento, mentre le pile Fast 15' sono studiate appositamente per essere ricaricate in pochissimi minuti, utilizzando l'apposito caricatore. Lo scorso anno, l’offerta è stata completata con le pile alcaline CaricaUno Ultra, lanciate con una speciale promozione: all’interno di ogni blister il consumatore trova inclusa nel prezzo una batteria ricaricabile Carica500 e un buono sconto per l’acquisto di un caricabatteria. Infine, recentissima è la presentazione di Carica500 Hybrid, che racchiudono il meglio della tecnologia ricaricabile offrendo tutti i vantaggi tipici delle batterie alcaline: oltre a essere vendute già cariche, presentano una bassa autoscarica. Sono ideali in particolare per i dispositivi a basso consumo e che rimangono inutilizzati per diverso tempo, come orologi, sveglie, telecomandi, radio… Velamp produce e distribuisce la linea di batterie a marchio Velamp Energy, che include: alcaline, zinco-carbone, ricaricabili e una gamma di batterie bottone al litio. La linea alcalina nel modello Stilo AA è quella con il più ampio numero di applicazioni e, per questo, la più venduta sul mercato. Un’altra novità è la gamma delle batterie ricaricabili completata con l'ultimo modello di caricabatterie ultrarapido VCBT03; la confezione contiene, inoltre, 2 stilo AA da 2600 mHa e 2 ministilo AAA da 1000 mHa. Continuiamo con Panamar, azienda nata nel 1989, che distribuisce nel Centro-Sud Italia il brand Panasonic. La società opera sia nel mercato consumer sia in quello industriale. Al mercato consumer si rivolge con: pile alcaline, adatte per lettori cd, radio, giocattoli…; zinco-carbone, per telecomandi e sveglie; ricaricabili, per lettori MP3, fotocamere e videocamere; microbatterie per orologi e calcolatrici; e pile zinco-aria, create appositamente per gli apparecchi acustici. Per il settore industriale, le batterie alcaline e zinco-carbone si differenziano da quelle normali in quanto non sono blisterate, ma vengono confezionate in termoretraibile, una plastica simile al cellophane ma più resistente. Poi, ci sono le batterie all’acido di piombo, quelle al Ni-Mh (Nichel Metal idrato) e al Ni-Cd (Nichel Cadmio), entrambe ricaricabili, le batterie al litio cilindriche e prismatiche, e infine le batterie agli ioni di litio e ai polimeri di litio. Concludiamo questa panoramica con Siba, che distribuisce in Italia nei settori edilizia, ferramenta, fai da te e casalinghi la gamma di batterie Samsung, composta dalla linea Alkalina, Manganese, Ricaricabile. Tutti i modelli rispondono ai principi che contraddistinguono il brand come marchio di qualità: affidabilità, durata, alta tecnologia, unite a un prezzo competitivo. I modelli più venduti sono le stilo e ministilo Alkaline e la linea delle ricaricabili, richiesta dai consumatori attenti al risparmio energetico e ambientale.

Strategie sul punto vendita


Il mercato delle pile è abbastanza complesso da gestire per le imprese, in quanto il consumatore ha una bassa brand loyalty. Inoltre, stiamo parlando di prodotti che non provocano enfasi nel loro acquisto ed è, quindi, difficile che l’utilizzatore si affezioni a un brand e lo ricerchi in vari punti vendita. Perciò, per le imprese produttrici è fondamentale essere presenti nei punti vendita con un prodotto di qualità, esposto in maniera accattivante che attiri l’attenzione del consumatore e lo fidelizzi al brand. Per Siba, l'importanza del marchio Samsung è un'ulteriore garanzia per il rivenditore che vuole proporre alla sua clientela un prodotto che lo differenzi dalla proposta della concorrenza. Siba propone diversi espositori che facilitano la vendita delle batterie Samsung Pleomax. Gli espositori, dal design moderno ed ergonomico, hanno dimensioni diverse: con 6, 9 o 21 ganci, utilizzabili a seconda dello spazio disponibile nel punto vendita. Per presentare e fare conoscere le nuove linee, l’azienda investe ingenti risorse anche sulla comunicazione, attraverso campagne pubblicitarie, depliant, pannelli e la partecipazione a open day di importanti grossisti. Anche Velamp concentra i propri sforzi verso il rivenditore con operazioni di taglio prezzo e multi pack, come affermano dall’ufficio marketing: “L'espositore per il punto vendita rimane un supporto di fondamentale importanza, sia in termini di veicolo per la marca che di servizio per il cliente”. Per quanto riguarda i materiali, i laboratori di Ricerca e Sviluppo della società stanno lavorando su nuovi materiali sempre meno inquinanti. Un’altra realtà che implementa frequenti attività promozionali è Panamar, quali “4+2” o “4+4”, con prezzi competitivi, oppure operazioni di cross selling allo scopo di vendere insieme prodotti trainanti, quali stilo e ministilo, con prodotti che, invece, hanno difficoltà di inserimento nel mercato, cercando di invogliare il consumatore alla prova. Per quanto concerne l’ambito degli investimenti comunicativi, la maggior parte di essi vengono effettuati all’interno dei punti vendita, con il supporto di una rete di vendita capillare e di una pianificazione pubblicitaria mirata sulle principali testate di settore. La strategia di Beghelli si fonda, infine, su: innovazione tecnologica, presidio del mercato, collaborazione con la distribuzione e ingenti investimenti sul miglioramento qualitativo dei prodotti e in campagne pubblicitarie televisive.

E il futuro?


Abbiamo chiesto alle aziende intervistate quali saranno le prospettive evolutive del comparto. Ecco le loro considerazioni. Per Panasonic, il mercato delle pile alcaline è stabile, mentre scendono le vendite delle zinco-carbone e sono in ascesa le ricaricabili. Positiva la prospettiva di Siba che prevede un notevole incremento dei volumi di vendita, dato il forte interesse riscontrato nella richiesta del prodotto a marchio Samsung. Più cauto, invece, il parere di Velamp, come spiegano dall’azienda: “Il mercato delle batterie soffre di una graduale contrazione dei volumi. Nel corso degli ultimi dieci anni, le batterie alcaline, a più lunga durata, hanno gradualmente eroso importanti quote di volume al mercato delle tradizionali zinco-carbone. La tendenza del mercato è quella di proseguire su questa strada: prodotti tecnologici, con un prezzo maggiore e una durata più elevata”. Dall’azienda Panamar parlano di un’offerta polverizzata con la presenza di numerosi prodotti e di una flessione verso il basso del prezzo medio di mercato, anche a causa dell’importazione e commercializzazione di articoli a basso costo provenienti dalla Cina. “Per questo, - dicono dalla società - crediamo che sia fondamentale aiutare i consumatori ad orientarsi in un mercato molto vasto e fare capire che batterie di bassa qualità possono provocare il mal funzionamento delle apparecchiature elettroniche. Secondo noi, inoltre, il canale tradizionale rimarrà sempre fondamentale, specie in un paese come il nostro legato alle tradizioni, dove le persone hanno poco tempo per effettuare i propri acquisti e tendono a rivolgersi ai negozi di quartiere per acquistare prodotti come le pile”. Per quanto riguarda gli andamenti delle vendite, ipotizzano una forte diminuzione delle vendite dei modelli zinco-carbone, a favore delle alcaline e delle batterie ricaricabili. Concludiamo con il punto di vista della società Beghelli: “La diffusione di dispositivi elettronici portatili, che comportano alti assorbimenti di energia, è in continua crescita. Da ciò, deriva la sempre maggiore attenzione, anche tra i consumatori non professionisti del mondo digitale, per le pile ricaricabili. Ed è su queste che concentreremo la nostra attività nei prossimi mesi”.

In arrivo le nuove normative


È in arrivo anche in Italia la nuova disciplina in materia di commercializzazione delle nuove pile e gestione di quelle a fine vita, che prevede importanti restrizioni sull’uso di sostanze pericolose, come cadmio e mercurio, innalzamento dei target di raccolta differenziata e riciclaggio di quelle divenute rifiuti. Con la legge comunitaria 2007, approvata in via definitiva dal Parlamento il 19 febbraio scorso e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, verranno trasportate sul piano nazionale le nuove regole contenute nella direttiva 2006/66/Ce. Dunque, a partire dal 26 settembre 2008, sarà vietata la commercializzazione delle pile e degli accumulatori contenenti più dello 0,0005% di mercurio in peso, ad eccezione delle batterie a bottone con un tenore della medesima sostanza non superiore al 2%. Mentre per le batterie portatili, comprese quelle incorporate negli apparecchi, è imposta la soglia massima di cadmio dello 0,002%. Tutte queste limitazioni, tuttavia, non valgono per i sistemi di emergenza e d’allarme, per gli strumenti medici e per gli utensili elettrici senza fili. Per le pile giunte a fine vita, le nuove soglie minime di raccolta che l’Italia e gli altri Stati membri dovranno garantire sono: del 25% entro il 26 settembre 2012 e del 45% entro il 26 settembre 2016. L’Italia sarà anche tenuta a rispettare entro il 26 settembre 2011 le soglie minime di riciclo: per le batterie al piombo/acido, il 65% in peso medio di pile e massimo riciclaggio del contenuto di piombo che sia possibile evitando costi eccessivi; per gli accumulatori al nichel-cadmio il 75% in peso medio di pile e massimo riciclaggio del contenuto di cadmio che sia possibile evitando costi eccessivi e per gli altri rifiuti di pile ed accumulatori, il 50%.

Pile da riciclare[titolo]

La legge comunitaria in materia di commercializzazione e gestione del fine vita delle pile è finalizzata a migliorare il sistema comunitario di raccolta di batterie e accumulatori, con l’obiettivo di incrementarne il riciclo e, entro il 2008, di dotare tutti i Paesi membri di un sistema di raccolta differenziata. Ogni anno, infatti, sul mercato europeo arrivano circa 800 mila tonnellate di batterie per auto, 190 mila tonnellate di batterie industriali e 160 mila tonnellate di pile portatili, di cui circa un terzo ricaricabili. Nei singoli Paesi, i sistemi di raccolta, trattamento e riciclo delle pile usate sono decisamente migliorabili. Nell’Unione europea solo 6 Paesi dispongono di un sistema nazionale di raccolta esteso a tutti i tipi di batterie: Austria, Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia. Negli altri Stati, Italia compresa, le iniziative sono frammentate a seconda del territorio. La direttiva, quindi, stabilisce che tutti i Paesi comunitari devono promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti di pile e accumulatori: entro 6 anni tutti gli Stati membri devono raccogliere almeno il 25% delle batterie usate, percentuale che deve salire ad almeno il 45% entro i 4 anni successivi. I distributori sono indicati come la corsia preferenziale per questo tipo di raccolta. Viene posta attenzione anche all’informazione ai consumatori: tutte le confezioni di pile, batterie e accumulatori dovranno essere contrassegnate con uno speciale simbolo, un bidone della spazzatura barrato da una croce, in modo che sia chiaro che questi materiali non devono essere buttati tra i rifiuti comuni ma devono essere smaltiti solo nei contenitori appositi.