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Il 76% degli italiani ama il barbecue

30 March 2009
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La crisi economica c’è e non è questa la sede per valutare quanto la gente comune ne percepisca l’esatta portata. Tanto più che un’idea precisa della dimensione di questa crisi economica non se l’è ancora fatta nemmeno chi dovrebbe avercela in virtù del suo mestiere, economisti e politici in primis. Il dato di fatto è che le famiglie, con l’aria che tira, stringono i cordoni della borsa.
Ma siamo pur sempre in Italia, dove la convivialità è parte integrante del nostro essere: e se la gente, causa crisi, andrà meno al ristorante, è possibile che organizzi più di frequente pranzi o cene a casa di amici. Magari cucinando sul barbecue in giardino.

4 MILIONI DI FAMIGLIE LO USA TUTTE LE SETTIMANE


Le aziende produttrici di barbecue non nascondono le difficoltà del momento, tuttavia guardano al futuro con ottimismo. A supporto di questo clima positivo ci sono i dati di una ricerca SUN Demoskopea del 2006, che probabilmente nel frattempo sono anche migliorati. I dati affermavano che il 76% degli italiani, in periodi di bella stagione, fa grigliate almeno una volta alla settimana; che sono 4 milioni le famiglie che almeno una volta alla settimana si dedicano alla grigliata e 1,2 milioni i nuclei familiari che utilizzano il barbecue tutto l’anno, almeno una volta al mese.
Il bacino degli appassionati, come si vede dalla ricerca, è ampio. Ma ciò continuerà a trovare riscontro nelle vendite, anche per il 2009?
“L’aria di crisi di questo periodo è indiscutibile, il 2009 sembra stato quasi un anno di passaggio, un ponte verso un 2010 con diverse e auspicabili prospettive di sviluppo e di crescita - risponde Alessio Pane, marketing manager di Campingaz Italia -. Questi primi mesi della stagione segnano per noi un portafoglio ordini prestagionale in linea con il 2008. Questo è uno start up molto importante: ci dà la forza e la speranza che anche il resto della stagione possa portare dei buoni risultati”.
Positivo anche il parere espresso da Davide Apollonio, direttore commerciale di Ferraboli: “Certamente gli ultimi due anni non sono stati favorevoli. Noi però crediamo che, anche se il 2009 sarà ancora un anno non facile, potrà segnare l’inizio della ripresa. I nostri accordi prestagionali sono andati bene e se l’estate ci assisterà credo che potremo crescere bene anche rispetto al 2008”.
La speranza, ovviamente, è che anche il clima ci metta una pezza: “Le previsoni per il 2009 sono positive anche alla luce delle novità che Kemper ha inserito in gamma, quindi ci attendiamo una crescita importante soprattutto nel mercato dei barbecue a gas di alta gamma - spiega l’ufficio marketing di Kemper -. Inutile nascondere che il clima recessivo non aiuta e soprattutto, come del resto anche per gli altri prodotti stagionali, è determinante che la stagione parta dal punto di vista meteorologico nel modo giusto per invogliare i clienti all’acquisto”.

DA NORD A SUD: IL BBQ UNISCE GLI ITALIANI COME IL CALCIO


Il barbecue piace agli italiani al nord come al sud: lo dimostrano i dati relativi alle vendite per aree geografiche che, a differenza di molti altri settori del verde, non presentano la consueta “Italia a due velocità” ma sono invece abbastanza ben ripartiti: nord ovest 25%, nord est 25%, centro 28% e sud 22%.
L’ordine di grandezza delle vendite è sui 940.000 pezzi, pari a un giro d’affari sell out di circa 57 milioni di euro. I modelli a carbone sono ancora i più venduti (58%), ma quelli a gas (38%) sono in netta salita), mentre è sempre più una nicchia quella dei modelli elettrici (4%).
In tema di numeri, un dato interessante è quello che riguarda la stagionalità, che è meno marcata rispetto ad altri settori. Se si escludono il bimestre novembre/dicembre, che totalizza il 5% delle vendite e i bimestri primaverili marzo/aprile (34%) e maggio/giugno (25%), i restanti bimestri si ripartiscono le vendite in quote uguali del 12%. Ciò significa che il barbecue è un articolo che si vende pressoché tutto l’anno.
“Bisogna però annotare che da parecchi anni la campagna prestagionale su questi prodotti è calata notevolmente - segnalano dall’ufficio marketing di Viglietta Group -. Riteniamo possa essere causata in generale dal fatto che il rivenditore,a fronte di un rallentamento sensibile delle vendite, eviti di mettersi in casa materiale con molto anticipo”.

CON LA CUCINA NON SI SCHERZA: CRESCONO LE VENDITE DI BBQ DI FASCIA ALTA


Il mondo dell’outdoor ha vissuto negli ultimi anni un processo evolutivo molto interessante che ha portato incrementi di vendite un po’ in tutti i settori merceologici: arredi, piscine, vasi, coperture, ecc.
I privati stanno dedicando maggiore attenzione e investimenti all’arredamento del giardino, che viene sempre più considerato come un salotto all’aperto da vivere e nella quale ricevere amici e parenti.
Questo trend generale, che riguarda soprattutto le giovani famiglie, ha toccato anche il mercato dei barbecue? E in particolare: dal momento che il fenomeno barbecue in Italia è ormai consolidato da qualche anno, c’è da prevedere che chi si è avvicinato a prodotti di fascia bassa col tempo passerà a modelli di fascia superiore?
“Un giardino ben curato, una terazza arredata o qualsiasi altro angolo vivibile all'aperto ormai non possono fare a meno di un barbecue che si rispetti - risponde Giuseppe Franceschi, direttore commerciale di BST -. Per questo motivo le richieste si stanno spostando sempre più verso
modelli di un certo valore, che oltre all’utilizzo culinario per cui sono concepiti, facciano parte integrante dell’arredamento”.
Una riflessione interesante arriva da Alessio Pano di Campingaz: “La richiesta di barbecue di fascia medio alta è in aumento. Questo è un fattore in netta controtendenza rispetto al momento di crisi generale che il paese sta attraversando. Al di là del fatto che il consumatore che può permettersi un barbecue di prezzo medio alto ha molto probabilmente un profilo che lo colleca nelle fasce alte di reddito (e di conseguenza risente in maniera minore della crisi), è comunque un segnale chiaro del fatto che l’outdoor ha cambiato le proprie dinamiche e caratteristiche. Il giardino, il terrazzo e lo spazio all’aperto è realmente diventato un prolungamento dell’abitazione, e come tale va ormai considerato”.

DOVE LO ACQUISTO? GLI ITALIANI PREFERISCONO GLI SPECIALISTI


Le ferramenta sono in testa nella classifica dei canali distributivi, tallonate dai garden center che viaggiano appaiati con la GDS (centri bricolage) mentre è più staccata la GDO (super e iper); solo le briciole vanno agli altri canali (come le agrarie, la vendita on line, ecc.).
Una posizione di forza, quella delle ferramenta, giustificata dai buoni motivi legati alla specializzazione. Specialmente in questi ultimi anni, anche gli specialisti si sono lasciati tentare dalle “sirene” del prezzo. Chi cede a questa tentazione dimentica la vera mission di un rivenditore specializzato: offrire una gamma ampia e profonda, di qualità e duratura nel tempo, capace di soddisfare le esigenze di tutti (e non solo di chi cerca un prezzo) e arricchita da un servizio di pre e post vendita qualificato ed effettuato da addetti alle vendite altamente preparati e formati. In altre parole il consumatore “non esperto” dovrebbe poter contare su un centro specializzato, dotato di personale qualificato che garantisce (perché ci mette la sua faccia) sulla qualità e affidabilità dei prodotti che seleziona e quindi presenta nel punto vendita.
“In effetti, in una situazione caratterizzata da forti cali di vendita, il fattore prezzo è un elemento di strema attenzione da parte del rivenditore sia al momento dell’acquisto che durante la vendita - precisa l’ufficio marketing di Viglietta Group -. Il nostro compito è allora quello di offrire prodotti che presentino il giusto equilibrio qualità/prezzo, in modo da rendere i nostri clienti competitivi nei confronti della GDO che è presente sul mercato con sempre più frequenti e martellanti azioni promozionali”.

PREMIATE LE AZIENDE CHE PUNTANO SUL SERVIZIO E SULL'INNOVAZIONE


Quali consigli si possono dare ai rivenditori specializzati, per migliorare i risultati nella vendita di barbecue? Dall’ufficio marketing di Bimar sono lapidari: “Trattare i prodotti medio alti e lasciare quelli bassi alla grande distribuzione”.
Più articolata la risposta di Furio Ceciliato, amministratore delegato di M2Z Dolcevita: “Credo che i rivenditori specializzati tengano in considerazione (per quanto riguarda i barbecues) qualità e servizio. Per migliorare ulteriormente, il rivenditore deve affidarsi ad aziende solide, che conoscano le normative, offrano un accurato servizio post vendita di ricambi e riparazione, e non a importatori estemporanei che un anno ci sono e l’anno dopo sono spariti, senza garantire alcuna assistenza”.
Si trova su questa lunghezza d’onda anche l’ufficio marketing di Weber: “La preparazione e la competenza dei rivenditori sono aspetti fondamentali. Il consumatore che si trovi ad affrontare l’acquisto di un barbecue deve essere guidato e questo ruolo deve essere svolto dal ore. Ed è per questo che Weber vede nella formazione del rivenditore un aspetto imprescindibile della propria strategia commerciale. Noi cerchiamo infatti dei partner per affrontare il mercato: partner che siano in grado di vendere in modo adeguato il prodotto, comunicandone tutte le caratteristiche fondamentali ed esaltandone le performance”.
Silvia Bartoletti, responsabile marketing de Il Bracere,imposta il suo intervento sul tono della concretezza: “I rivenditori e i produttori specializzati sono totalmente consapevoli delle caratteristiche che un prodotto deve avere per essere ritenuto di alta qualità. Il rivenditore specializzato di barbecue sa bene che un legno trattato è più resistente agli agenti esterni e che un prodotto in acciaio 304 è più duraturo perché più duro. Il problema purtroppo però non deriva primariamente da loro, ma da un mercato che c’è alle loro spalle. A determinare la debolezza del comparto è l’aumento dei costi delle materie conseguentemente accompagnato da una scarsa domanda del mercato italiano. Gli elevati prezzi delle materie prime che rappresentano una grave sfida per una stabile crescita a livello mondiale, hanno gravi conseguenze per i settori più vulnerabili che poi a lungo andare finiscono per aumentare la pressione sull’inflazione globale. Nel caso della nostra azienda, presente in questo settore da quasi 30 anni, si dà ancora molta importanza alla progettazione dei prodotti affinché durino a lungo nel tempo, resistano agli agenti esterni e garantiscano una cucina perfetta per tutte le esigenze. Un rivenditore specializzato per migliorare le sue performance in questo mercato, si deve perciò dedicare maggiormente alla qualità e alla praticità piuttosto che all’immagine, e soprattutto deve incaricare personale specializzato e preparato alla vendita di questo prodotto. É necessario innanzitutto valutare in modo adeguato le aziende con cui si allaccia un rapporto di lavoro, e poi trovare una sinergia reciproca per far funzionare in modo fluido il mercato di questo articolo”.
Un occhio attento non deve mancare poi alle novità che il mercato non cessa mai di sfornare: la linea Design Modular di Sunday, per esempio, consente di allestire vere e proprie “isole” dotate di tutto ciò che occorre per cucinare all’aperto.

LA CURIOSITA'


Il panorama dei barbecue si arricchisce di una soluzione innovativa e, soprattutto, rispettosa dell’ambiente.
Si tratta di Woody, il primo barbecue con alimentazione a pellet e cottura su pietra lavica, ideato e realizzato da Brando, azienda marchigiana che opera nel segno del made in Italy.
Il barbecue Brando è nato per rispondere alle problematiche ambientali: il pellet, infatti, è un combustibile naturale ricavato dagli scarti della lavorazione del legno. Anche la pietra lavica permette una cottura ecologica oltre che dietetica.