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Ferro Bulloni: la forza del Made in Italy nel comparto recinzioni

20 April 2021
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“Recentemente stiamo assistendo ad un’inversione di tendenza negli acquisti in Oriente, in quanto il gap tra il prezzo dei prodotti “Made in Italy” ed il prezzo dei prodotti d’importazione si è ridotto notevolmente, ma soprattutto i consumatori si sono resi conto che non vale la pena risparmiare qualche punto percentuale per acquistare un prodotto di scarsa qualità e per di più non riceverlo in tempo per la stagionalità”.
Questo è solo uno degli interessanti spunti lanciati da Filippo Boghi, titolare di Ferro Bulloni, azienda lombarda specialista in recinzioni. Dall’aumento dei prezzi alla riscoperta del Made in Italy, dalle difficoltà del 2020 alle previsioni per il 2021, ecco cosa ci ha raccontato.

MondoPratico: Considerate le difficoltà causate dall'emergenza sanitaria, come sono stati il 2020 e i primi mesi del 2021 per la tua azienda?
Filippo Boghi:
Nonostante tutte le difficoltà legate all’emergenza sanitaria che ha caratterizzato lo scorso anno, e che sta purtroppo continuando ad impattare, noi abbiamo registrato una buona crescita di fatturato nel 2020. Dopo il lockdown nazionale di marzo e aprile Recinzioni: la forza del Made in Italy 2020, il mercato è ripartito velocemente e, a cavallo delle ferie estive, abbiamo recuperato tutti i volumi persi, chiudendo l’anno in progresso. Questi primi mesi del 2021 sono cominciati bene e le previsioni per l’anno in corso sono buone.

MondoPratico: Oggi l'aumento di prezzo delle materie prime sta creando non pochi problemi al mercato: ci dai la tua opinione in merito?
Filippo Boghi:
A partire dall’ultimo quadrimestre 2020, ed ancor più marcatamente in questo primo trimestre del 2021, si sono registrati degli inaspettati e considerevoli aumenti dei prezzi delle materie prime. Inizialmente quelle che hanno subito i rincari più rilevanti sono stati l’acciaio e lo zinco, ma poi anche tutte le altre materie prime connesse al settore delle recinzioni metalliche, come ad esempio le plastiche, sono molto lievitate. Questi aumenti hanno creato non poche problematiche a noi produttori di recinzioni in quanto tipicamente le acciaierie impongono immediatamente i rincari mentre l’applicazione sulla filiera distributiva è molto più lenta e difficile. Inoltre bisogna considerare la difficoltà di reperibilità delle materie prime e dei prodotti finiti con un costante ritardo nelle consegne, non per noi per fortuna! Saranno questi i fattori che più condizioneranno l’anno in corso e che faranno la differenza nella scelta del fornitore.

MondoPratico: I rallentamenti nelle importazioni possono finalmente favorire i fornitori Made in Italy nelle scelte da parte dei decisori d'acquisto europei?
Filippo Boghi:
Sicuramente le problematiche legate ai ritardi delle consegne dei prodotti d’importazioni stanno favorendo positivamente i produttori locali. I distributori nazionali che negli ultimi anni hanno scommesso sui prodotti “Made in Italy”, stanno ora beneficiando di questa situazione perché sono certamente privilegiati rispetto a chi solo adesso si affaccia sul mercato italiano con vistosi ritardi nelle consegne. Il nostro timore è che, una volta che tutto tornerà alla normalità, chi è sempre stato orientato ad acquistare oltremare tornerà ad importare non appena ci sarà una piccola convenienza economica. È però opportuno segnalare che, recentemente, stiamo assistendo ad un’inversione di tendenza negli acquisti in Oriente, in quanto il gap tra il prezzo dei prodotti Made in Italy ed il prezzo dei prodotti d’importazione si è ridotto notevolmente, ma soprattutto i consumatori si sono resi conto che non vale la pena risparmiare qualche punto percentuale per acquistare un prodotto di scarsa qualità e per di più non riceverlo in tempo per la stagionalità.

MondoPratico: La ferramenta è stata dichiarata servizio pubblico ed è sempre stata aperta anche in zona rossa e durante il lockdown: quali sono le opportunità per il nostro comparto?
Filippo Boghi:
La filiera della ferramenta ha potuto beneficiare significativamente del fatto che è stata dichiarata “servizio pubblico” e dunque ha potuto restare aperta anche durante il lockdown. Infatti le limitazioni della zona rossa restringono gli spostamenti all’interno del proprio comune di residenza e dunque i cittadini che necessitano acquistare degli articoli di ferramenta e giardinaggio, hanno potuto continuare a recarsi presso i loro negozi di fiducia. Il risultato è che tutti i distributori di ferramenta hanno per fortuna incrementato i fatturati nel 2020.

MondoPratico: Tu servi sia la ferramenta tradizionale sia la GD: quali sono le principali differenze?
Filippo Boghi:
Il canale tradizionale e la GD trattano sostanzialmente la stessa gamma per quanto riguarda le recinzioni metalliche. Anche le esigenze e le priorità delle due filiere distributive sono le medesime: avere un prodotto di qualità, con un prezzo competitivo ed un servizio impeccabile in termini di puntualità delle consegne e disponibilità dei prodotti.

MondoPratico: I grossisti di ferramenta sono ancora un anello fondamentale della filiera? Filippo Boghi: Veicoliamo la nostra gamma principalmente attraverso i grossisti di ferramenta, i magazzini edili, la grande distribuzione, i rivenditori di materiali per l’agricoltura ed i posatori professionali. Il canale della ferramenta è ancora oggi una delle categorie più importanti per noi ed incide per una percentuale molto rilevante sulle nostre vendite. Siamo riusciti negli anni ad instaurare con i nostri clienti grossisti di ferramenta una vera e propria partnership ed insieme abbiamo sviluppato il mercato con una costante evoluzione dei prodotti e dei servizi offerti. Da sempre,
la politica commerciale di Ferro Bulloni prevede il rispetto della filiera distributiva ed è perciò che non proponiamo i nostri prodotti direttamente alle imprese ed ai consumatori finali. Sicuramente il canale della ferramenta rivestirà sempre un ruolo da protagonista nel mercato italiano delle recinzioni.

MondoPratico: Cosa ti aspetti da questo 2021? Quali sono gli obiettivi per Ferro Bulloni?
Filippo Boghi:
Il 2021 sarà un anno difficile. Molto dipenderà dalla velocità con la quale saranno somministrati i vaccini e di conseguenza si otterrà l’immunità di gregge. Prima ne usciremo e prima ci sarà la possibilità per il mercato di ripartire. 
Il problema è che, per quanto ci riguarda, essendo il nostro prodotto molto stagionale, si rischia di arrivare tardi. Un altro aspetto che rende questo 2021 molto incerto è, come detto in precedenza, la materia prima. I prezzi sono aumentati moltissimo in questi mesi in cui il mercato non sta performando ai soliti livelli. Una volta che l’economia ripartirà, bisognerà capire se il mercato sarà in grado di gestire ulteriori rincari dovuti all’aumento della domanda, oppure se ci sarà una generale tensione per una inversione di tendenza dei prezzi, certamente però non nell’immediato.