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Ferramenta, grossisti e GD: la settimana più lunga

27 March 2020
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L'ultima di marzo sarà ricordata come une delle settimane più complicate di sempre per la filiera della ferramenta.
Il Decreto governativo del 22 marzo ha infatti dato una nuova stretta alle attività ancora aperte sul territorio, concentrandosi in particolare sulle aziende produttive industriali e facendo poi chiarezza, nei giorni successivi, su quelle filiere per le quali il Decreto aveva lasciato dei "buchi".

Nel nostro settore ferramenta, per i negozianti non è cambiato nulla, perchè il decreto del 22 marzo non ha fatto altro che richiamare, per il dettaglio, alle categorie "necessarie" dell'11 marzo, e quindi anche le ferramenta, che restano quindi aperte.
La nostra filiera è stata invece fortemente condizionata dallo stop forzato a produttori (fatto salvo il chimico, gomme, materie plastiche, funi, reti, corde, abbigliamento di sicurezza e DPI) e a grossisti (esclusa l'antinfortunistica).

"Siamo un negozio di quartiere, in una zona popolare dove ancora è importante la prossimità. Noi siamo aperti e la chiusura dei grossisti ci condiziona pesantemente, dato che le scorte di merce sono quasi esaurite. Abbiamo dovuto provvedere autonomamente alla messa in sicurezza del negozio e del personale, senza che nessuno ci abbia dato specifiche indicazioni. Finchè potremo fare il nostro servizio di pubblica utilità noi ci saremo, ma non so quanto potremo resistere".
Ferramenta Puma, Milano

"Lavoriamo prettamente con l'online, ma è chiaro che l'approvvigionamento in questo momento è difficile e ci crea problemi con la disponibilità della merce. La poca chiarezza dei Decreti tra dettaglio, ingrosso e le varie contraddizioni non hanno di certo aiutato il comparto, ma noi continuiamo a esserci".
Ferramenta.pro


 

DIVERSI GROSSISTI COSTRETTI ALLA RESA, MA ALTRI RESTANO IN PRIMA LINEA

Capitolo grossisti.
Già le settimane scorse alcuni grossisti, pur essendo inclusi nella filiera "garantita", avevano volontariamente deciso di chiudere: scelta legittima, vista nell'ottica di tutelare i propri collaboratori e contribuire in maniera decisa agli appelli dello "stare a casa", ma che ha inevitabilmente condizionato il lavoro di tanti negozianti ancora operativi.

Parallelamente, però, tanti altri grossisti decidevano invece di restare aperti, per supportare i negozianti (ripetiamo, definiti dal Decreto "necessari") e fornire un servizio alla comunità nel pieno rispetto delle normative di sicurezza previste.  

E invece il Decreto del 22 ha in qualche modo "spezzato" la filiera, escludendo proprio i grossisti da un lavoro che, come tutti sappiamo, nel nostro settore è fondamentale per la sopravvivenza della ferramenta, soprattutto quella di prossimità che, con un magazzino ridotto all'osso, senza il supporto del grossista rischia seriamente di non poter svolgere quel ruolo "sociale" affidatole in questo momento dallo Stato.

I grossisti, per poter continuare a lavorare su territorio in quanto funzionali ad altre filiere non comprese nel Decreto del 22 marzo, hanno un'unica possibilità:
inviare apposita comunicazione al Prefetto della provincia competente, indicando specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi  attinenti alle attività consentite.
Una volta effettuata la comunicazione, l’attività potrà proseguire senza necessità di ulteriori adempimenti. Sarà eventualmente il Prefetto a disporne la sospensione con un successivo provvedimento.
E in tanti hanno scritto al Prefetto, inviato la richiesta e continuano a lavorare a supporto della ferramenta.

 

"Siamo aperti e continuiamo a lavorare, nel pieno e assoluto rispetto delle normative di sicurezza. A parte le rivendite edili, direi che una buona parte dei nostri clienti negozianti è ancora aperta, anche se ovviamente con personale e orari ridotti, e continua a farci ordini di merce. E' questo il nostro lavoro e, finchè ce ne sarà data la possibilità, continueremo a farlo".
Carlo Vinciguerra, Viridex


Davanti alle ultime restrizioni e al fatto che comunque molti dettaglianti sono già chiusi da giorni, e in virtù della scarsa merce di antinfortunistica rimasta a magazzino (in tanti hanno scelto di preservarne delle scorte da donare a strutture ospedaliere e Protezione Civile), era però inevitabile che diversi grossisti gettassero la spugna e rinunciassero a restare aperti.
 

"Finchè ho potuto presidiare il territorio di mia competenza l'ho fatto, ma ora la maggior parte dei miei clienti è chiusa e abbiamo donato alla Protezione civile e agli ospedali gli ultimi DPI rimasti in casa. La prossima settimana saremo quindi chiusi, il 6 aprile vedremo quale sarà il nuovo scenario".
Francesco Martini, Ferramenta Cobianchi

 

"La mia azienda è aperta, ma è evidente che la filiera tradizionale sta pagando la poca chiarezza dei Decreti e la contraddizione negozio aperto / grossista chiuso. Come Assofermet stiamo lavorando affinchè possa essere tutelato il grossista che decide di restare aperto, perchè supportando la ferramenta sta semplicemente svolgendo quel ruolo di pubblica utilità che gli richiede oggi lo Stato".
Sabrina Canese, presidente Assofermet Ferramenta

(LEGGI QUI LA LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ASSOFERMET FERRAMENTA)

 

LA GD INTANTO RIAPRE

Capitolo grande distribuzione.
Intanto, in una settimana così delicata, mentre assistevamo alla chiusura di grossisti e negozianti, diverse insegne di grande distribuzione specializzata nel bricolage, dopo la chiusura volontaria della scorsa settimana, hanno comunicato la riapertura dei propri negozi.
Tra le insegne straniere, i primi a rialzare le serrande sono stati i negozi di Bricocenter, Leroy Merlin e Bricoman (solo per i beni di prima necessità, ovvio), mentre Obi ha scelto di tenere chiusi i punti vendita, mantenendo il servizio telefonico (con ritiro in sicurezza) sempre solo per l'acquisto di beni di prima necessità.
Nella giornata di ieri hanno inoltre riaperto anche i punti vendita CFadda, Eurobrico, BricoCasa Deodato e La Prealpina.

"Abbiamo chiuso la scorsa settimana allineandoci al sentimento comune del momento. Oggi i nostri punti vendita sono tutti messi in sicurezza e abbiamo deciso di riaprire perchè sappiamo di poter fornire un servizio alla comunità con quei beni necessari che si trovano nei nostri negozi, così come nelle ferramenta di prossimità".
Roberto Fadda, CFadda

 

"Dopo la chiusura dei giorni scorsi ci è sembrato giusto riaprire, ovviamente solo per la vendita di beni di prima necessità. L'importante è lavorare in sicurezza, per noi, per i nostri collaboratori e per i nostri clienti. Possiamo essere utili con la vendita di determinati prodotti, quindi ci siamo".
Stefano Deodato, BricoCasa

 

#IOPAGOIFORNITORI

Capitolo fornitori. 
Dopo aver fatto chiarezza sullo stato attuale della distribuzione, passiamo al capitolo fornitori. In queste ore sta circolando sui social un hashtag che spiega perfettamente lo stato d'animo di un'intera categoria: #iopagoifornitori.
Questo il testo, condiviso fino a questo momento da decine di protagonisti del nostro settore, dalla piccola azienda a conduzione familiare fino alla grande multinazionale, che evidenzia la legittima preoccupazione di chi teme di non essere tutelato a dovere:
"Stiamo arrivando al primo fine mese di questa crisi e già si sentono le voci minacciose di realtà che decidono deliberatamente di non pagare i fornitori. 
Siamo convinti che in un momento delicato come quello che stiamo vivendo tutti, un atteggiamento di questo tipo sarebbe l'antitesi del senso civico, imprenditoriale e culturale d'unità.
Ogni piccolo insoluto rappresenta una ferita in un tessuto economico e sociale già messo a dura prova.
Per questo motivo se anche tu senti forte il richiamo di fare qualcosa per il tuo Paese allora paga i tuoi fornitori, solo così potremo uscire da questa depressione".




Anche David Giardino, AD del nostro Gruppo Editoriale Collins, nel suo ultimo editoriale invita tutta la filiera della ferramenta-brico a dare prova di maturità, sottolineando quanto sia fondamentale in questo momento assolvere i propri obblighi nei confronti dei fornitori, per evitare di interrompere la liquidità nella filiera.