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Mascherine a 50 centesimi: è un prezzo sostenibile per le ferramenta?

28 April 2020
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Durante l'ultima conferenza stampa di Conte, tra i provvedimenti previsti per la Fase 2, il Premier ha annunciato che sarà calmierato il prezzo delle mascherine chirurgiche, obbligatorie sui mezzi pubblici e nei luoghi chiusi, il cui costo non sarà neanche più gravato dall'Iva.
Il Presidente del Consiglio ha confermato che il prezzo delle mascherine chirurgiche sarà bloccato a 50 centesimi, per evitare speculazioni.

E chi aveva acquistato mascherine a un prezzo superiore? 

"Alle farmacie che, negli ultimi giorni, hanno acquistato dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi - si legge in una nota - verrà garantito un ristoro ed assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal Governo".

Farmacie tutelate: questo trattamento verrà riservato anche alle ferramenta?

Come può una ferramenta vendere a 50 centesimi una mascherina acquistata a 60, 70, 80 centesimi?
Come può un grossista distribuire mascherine ai propri clienti negozianti a un prezzo che consenta un piccolo margine a tutti gli anelli della filiera? 
Ovviamente la decisione di calmierare i prezzo per evitare speculazioni è legittima e giusta, ma ciò che lascia perplessi è il valore individuato: quei 50 centesimi, oggi, non bastano per coprire neanche il primo passaggio della filiera, ovvero l'importazione. 
Problemi anche per quelle aziende che hanno fatto importanti investimenti per riconvertire la produzione e che ora si ritrovano a vendere un prodotto a un prezzo inferiore alla spesa per produrlo.
Infine, il rischio paradossale è che a perderci sarà proprio il cittadino, che di questo passo troverà con estrema difficoltà mascherine chirurgiche presso il canale ferramenta, dovendosi quindi rivolgersi unicamente alle farmacie.
 

IL COMMENTO DI ASSOFERMET

Assofermet segnala una situazione insostenibile per la filiera della ferramenta perchè "semplicemente è impossibile vendere a quel prezzo", come ci fanno sapere dai vertici dell'associazione:

"L'Ordinanza del Commissario Straordinario per l'Emergenza Covid-19 Domenico Arcuri e, ancora prima, l'annuncio del Premier Giuseppe Conte domenica sera, che fissa a cinquanta centesimi l’una al netto dell’IVA il prezzo di vendita al pubblico delle mascherine, ha scatenato un vero caos.
ASSOFERMET Ferramenta, preso atto del provvedimento del Governo, auspica che questa decisione sia stata preventivamente supportata dalla certezza di individuare un canale di produzione che garantisca un appropriato prezzo di acquisto dei Dispositivi in oggetto, in linea con la predetta Ordinanza.
Infatti, sulla base dei canali di acquisto fino ad oggi utilizzati, purtroppo ASSOFERMET Ferramenta non riesce a garantire ai Soci ed ai numerosi negozi di Ferramenta presenti in tutto il territorio nazionale che le mascherine chirurgiche vengano vendute al prezzo di cinquanta centesimi l’una. Per tutelare l’intera Filiera l’unica cosa che si può fare è sospendere la vendita di questi DPI e dedicarsi ad altri modelli più sofisticati.

Le Aziende Associate di ASSOFERMET Ferramenta, nel corso di questi due mesi, hanno fatto tutto il possibile a livello commerciale per individuare i fornitori più in linea con il mercato, al fine di garantire che questi Dispositivi venissero distribuiti senza alcun tipo di speculazione, ma oggi, dopo la predetta Ordinanza, ci si dovrà necessariamente fermare, per non lavorare in perdita sulle importazioni già fatte e già pagate.
La soluzione andrà ricercata “insieme”, infatti i Distributori di Ferramenta e tutti gli Associati chiedono di essere presi in considerazione dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro per lo Sviluppo Economico Patuanelli quanto prima, in modo da non creare un danno maggiore, tra cui anche l’eventuale minore disponibilità dei Dispositivi da distribuire su tutto il territorio nazionale nei mesi a venire.

E’ notorio che i costi per poter avere in brevissimo tempo a disposizione queste mascherine sono inevitabilmente lievitati nelle scorse settimane, sia a livello nazionale, che internazionale.
La paura ora è quindi duplice: chi come noi si è adoperato per il Paese ad acquistarle, usufruendo di tutti i possibili canali di sua conoscenza, ora se vorrà venderle, sarà costretto a farlo in perdita; chi di noi non le ordinerà più, soprattutto sul mercato internazionale, causerà un mancato fabbisogno per tutti i cittadini italiani.
Ci si chiede pertanto: il danno è stato calcolato prima di dettare il prezzo di cinquanta centesimì?"

Sabrina Canese - Assofermet Ferramenta
 

IL COMMENTO DEL PRODUTTORE

"A mio parere il prezzo individuato di 50 centesimi non è sostenibile per la filiera della ferramenta. Le mascherine chirurgiche necessitano di importazione di materiale che, in questo momento, se deve essere urgente non può avvenire a prezzi bassi; se aggiungiamo che nella nostra filiera i passaggi sono ancora altri due, e cioè grossista e negoziante, è evidente come quel prezzo sia del tutto fuori mercato. 
Il commissario Arcuri ha poi parlato di rimborso per i farmacisti: e per il comparto ferramenta?"

Alberto Minarelli - Seba Protezione
 

IL COMMENTO DEL GROSSISTA

"E' una situazione vergognosa, assolutamente insostenibile per la filiera della ferramenta. Neanche noi come grossisti riusciamo a comprare a quella cifra, è impossibile pensare che al pubblico venga imposto un prezzo fuori mercato. Questa decisione presa rischia di essere un pericolosissimo boomerang, perchè nessuna ferramenta potrà più vendere mascherine e chi ne pagherà saranno per primi i cittadini. E' davvero incredibile che vengano fatte certe scelte senza consultare tutti gli anelli di una filiera importante per questo tipo di prodotto come quella della ferramenta".
Michele Raselli - Machieraldo
 

IL COMMENTO DEL NEGOZIANTE

"Noi le abbiamo acquistate a 65 centesimi, come faccio a venderle a 50? E' più conveniente non venderle. Giustissimo evitare speculazioni, ma come sempre ci troviamo davanti a situazioni all'italiana, in cui vengono prese decisioni senza prima aver consultato tutti gli anelli della filiera. Ho sentito che per i farmacisti sarà previsto un rimborso: ho seri dubbi che verrà fatto lo stesso anche per la nostra categoria".
Maurizio Pellicanò - VitMarket



L'APPELLO DI FEDERDISTRIBUZIONE
Intanto, nella giornata di ieri 29 aprile, anche Federdistribuzione è intervenuta sulla questione, con un appello al Governo:

"Il Governo ha deciso di fissare il prezzo al pubblico per le mascherine chirurgiche in 50 centesimi.
Le aziende italiane del commercio le hanno comprate a un prezzo più alto. Chiediamo:
  1. che venga applicato alle aziende del commercio lo stesso accordo che il Governo ha stipulato con le farmacie e quindi assicurando la copertura dei costi sostenuti oltre i 50 centesimi;

  2. di poter accedere agli stessi fornitori con le medesime condizioni per le prossime forniture così da poter mettere a disposizione dei clienti le mascherine chirurgiche al prezzo definito dall’ordinanza del Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza Covid 19, altrimenti leaziende della distribuzione moderna non saranno in grado di fornire questo prodotto ai clienti alle condizioni richieste".
     

E, come se non bastasse, arrivano altre notizie poco confortanti: come si legge in un lancio di agenzia dell'ANSA"l'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è indagata dalla Procura di Siracusa, in qualità di amministratore delegato della Only logistics Italia srl, nell'ambito di un'inchiesta sull'importazione e distribuzione di mascherine dalla Cina. I reati ipotizzati sono frode in commercio e immissione sul mercato di prodotti non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza. La guardia di finanza di Siracusa ha sequestrato 9mila mascherine in diverse città italiane".