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Mascherine e DPI: Assosistema invita a valorizzare il Made in Italy

26 September 2020
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L'Italia ha importato dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie, comprese le maschere chirurgiche, per un valore complessivo di 1,1 miliardi nel periodo febbraio-maggio 2020.
L'incremento con gli stessi mesi del 2019 è ovviamente clamoroso: +3.129% a aprile, +2.540% a maggio, con il 90% degli articoli acquistati provienente dalla Cina.
Assosistema-Confindustria, che dall’inizio della pandemia ha rilevato le criticità dell'approvvigionamento dei presidi anti Covid, invita a fruire sempre più della filiera nazionale.
Fino a oggi l'assenza di programmazione ha comportato un ricorso eccessivo a dispositivi di protezione monouso alimentando le problematiche connesse allo smaltimento degli stessi, anche in ambiti nei quali il riutilizzabile costituisce un’alternativa tecnica equivalente.
Inoltre, per far fronte alla limitata disponibilità di materiali utili contro il COVID-19, conseguenza della mancata pianificazione, è stato autorizzato l’utilizzo di DPI non marcati CE privi di certificati che ne comprovino la reale efficacia.

L’Associazione ha appoggiato una serie di interpellanze parlamentari, di cui le opposizioni si sono fatte interpreti ufficiali, relative a due tematiche principali: - Implementazione dell’uso del tessile riutilizzabile per i camici ospedalieri e professionali; - Valorizzazione delle aziende italiane ed europee produttrici di DPI marcati CE, ed in particolare di quelle realtà che hanno investito sul territorio italiano nel potenziare la propria capacità produttiva. Il Ministero dell’Ambiente è sensibile alle tematiche del riutilizzabile come alternativa valida all’eccesso di smaltimento di rifiuti monouso e sta accogliendo le argomentazioni evidenziate dall’associazione confindustriale per nuove soluzioni di economia circolare. Il ricorso ai camici in tessuto tecnico riutilizzabile, contribuirebbe, inoltre, a fornire un impulso al made in Italy, dato il carattere nazionale della filiera. Assosistema e le imprese associate premono per la valorizzazione di una produzione nazionale ed europea di dispositivi di protezione marcati CE, a scapito di prodotti di qualità non controllata provenienti dall’estremo Oriente, che oltre a non soddisfare i requisiti normativi in termini di salute e sicurezza, destabilizzano il mercato con prodotti a basso costo, penalizzando le aziende che realizzano dispositivi certificati e sicuri.

A questo proposito il Centro Studi di Assosistema ha elaborato i dati ISTAT, al fine di evidenziare quale impatto economico e non solo abbia avuto l’emergenza COVID-19 nel campo dei dispositivi di protezione.



• Prodotti che registrano i maggiori valori in euro di merce acquistate in Italia dall’estero. Da febbraio a maggio sono stati importati merci per un valore complessivo di circa 1.100.000.000 euro;
• Il mese di aprile 2020 è quello nel quale si è riscontrato l’aumento percentuale più alto rispetto al pari periodo del 2019 (+3129%);
• Il 90% degli articoli acquistati provengono dalla Cina.




• Nei mesi di febbraio-marzo-aprile 2020, trend assimilabile a quelli del pari periodo 2019;
• Impennata nella curva nel mese di maggio 2020. Aumento rispetto al 2019 del + 39% raggiungendo 120. milioni di euro.





• Aumento del valore complessivo delle merci importate esponenziale da febbraio a maggio 2020.
• Il mese di maggio 2020 è quello nel quale si è riscontrato l’aumento percentuale più alto rispetto al pari periodo del 2019 (+412%), con un valore pari a 200 milioni di euro.
• Paese principale fornitore di questi articoli nel periodo esaminato è la Cina.


In considerazione dell’andamento degli acquisti dei dispositivi evidenziato negli schemi, Assosistema Confindustria si sta adoperando presso le istituzioni e i Ministeri affinchè una oculata pianificazione dei fabbisogni a medio raggio permetta di approvvigionare dispositivi certificati correttamente CE e ove possibile di fruire della filiera nazionale del tessile riutilizzabile per ridurre l’impatto ambientale degli smaltimenti e per implementare la supply chain nazionale nelle attività di produzione e servizio.
Assosistema Confindustria ha quindi di buon grado partecipato alla preparazione delle argomentazioni delle interrogazioni parlamentari, con l’auspicio che anche l’Italia, come altri Paesi europei non permetta più l’accesso di materiale non marcato CE, che non garantiscono i margini di sicurezza per la protezione dei cittadini.