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Assosistema testa le mascherine FFP2
Assosistema Confindustria, con la sezione Safety che rappresenta i produttori e distributori di DPI, Dispositivi di protezione individuale e Federfarma Servizi, Associazione Nazionale delle Aziende di distribuzione e servizi di proprietà di Farmacisti, hanno realizzato un progetto di ricognizione dei facciali filtranti, allo scopo di fornire una panoramica della reale efficienza fornita da tali dispositivi di protezione attualmente reperibili sul mercato.
I prodotti certificati CE hanno dimostrato tutti una buona resistenza alla penetrazione, prova che offre una misura della capacità filtrante delle maschere, descritta all’interno della normativa tecnica di riferimento per le FFP, ovvero la EN 149.
Il superamento dei test per una delle diverse prove della EN 149 dimostra che le maschere offrono una buona schermatura per l’utilizzatore a condizione che vengano indossate correttamente e che sia verificata l'adeguata tenuta al volto. Pertanto, i prodotti testati sono in grado di fornire un effetto barriera da droplet e prevenire, in tal senso, il possibile contagio da Covid-19.
I campioni oggetto dell’analisi sono stati forniti dalle aziende aderenti a Federfarma Servizi.
In particolare, sono stati individuati 5 modelli di maschere FFP2, di produzione estera, conformi alla EN 149 e regolarmente marcate CE. Per garantire una maggiore eterogeneità nella gamma di DPI esaminati, i modelli riconsiderati sono stati certificati tutti da Organismi Notificati differenti.
Per l’effettuazione delle prove in laboratorio, le maschere FFP2 sono state affidate ad un Organismo Notificato italiano abilitato per questo tipo di analisi. I risultati hanno confermato come un dispositivo CE offra maggiori garanzie rispetto ad un prodotto certificato in deroga.
Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, commenta:
“Con il progetto di Federfarma Servizi abbiamo voluto dare un chiaro segnale al mercato dei DPI che in questo anno e mezzo ha dovuto fare i conti anche con materiale non marcato CE che purtroppo è finito anche in qualche ospedale italiano e non solo. L’esito dei test evidenzia come le aziende della distribuzione farmaceutica, anche grazie ad una continua collaborazione tra la nostra Associazione e Federfarma Servizi, si siano orientate correttamente verso l’acquisto di materiale certificato. Dobbiamo continuare e non fermarci davanti a questi dati perché purtroppo è ancora possibile rintracciare sul mercato prodotti non marcati e di dubbia qualità. Questi articoli, seppur potenzialmente validi nel contrastare la diffusione del Covid-19, rischiano di non superare i dovuti test relativi alla tenuta al volto, previsti, invece, dall’iter certificativo che porta all’apposizione della marcatura CE, e dunque di esporre, in particolare chi lavora in ambito industriale, a potenziali pericoli per la propria salute”.
I prodotti certificati CE hanno dimostrato tutti una buona resistenza alla penetrazione, prova che offre una misura della capacità filtrante delle maschere, descritta all’interno della normativa tecnica di riferimento per le FFP, ovvero la EN 149.
Il superamento dei test per una delle diverse prove della EN 149 dimostra che le maschere offrono una buona schermatura per l’utilizzatore a condizione che vengano indossate correttamente e che sia verificata l'adeguata tenuta al volto. Pertanto, i prodotti testati sono in grado di fornire un effetto barriera da droplet e prevenire, in tal senso, il possibile contagio da Covid-19.
I campioni oggetto dell’analisi sono stati forniti dalle aziende aderenti a Federfarma Servizi.
In particolare, sono stati individuati 5 modelli di maschere FFP2, di produzione estera, conformi alla EN 149 e regolarmente marcate CE. Per garantire una maggiore eterogeneità nella gamma di DPI esaminati, i modelli riconsiderati sono stati certificati tutti da Organismi Notificati differenti.
Per l’effettuazione delle prove in laboratorio, le maschere FFP2 sono state affidate ad un Organismo Notificato italiano abilitato per questo tipo di analisi. I risultati hanno confermato come un dispositivo CE offra maggiori garanzie rispetto ad un prodotto certificato in deroga.
Claudio Galbiati, Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria, commenta:
“Con il progetto di Federfarma Servizi abbiamo voluto dare un chiaro segnale al mercato dei DPI che in questo anno e mezzo ha dovuto fare i conti anche con materiale non marcato CE che purtroppo è finito anche in qualche ospedale italiano e non solo. L’esito dei test evidenzia come le aziende della distribuzione farmaceutica, anche grazie ad una continua collaborazione tra la nostra Associazione e Federfarma Servizi, si siano orientate correttamente verso l’acquisto di materiale certificato. Dobbiamo continuare e non fermarci davanti a questi dati perché purtroppo è ancora possibile rintracciare sul mercato prodotti non marcati e di dubbia qualità. Questi articoli, seppur potenzialmente validi nel contrastare la diffusione del Covid-19, rischiano di non superare i dovuti test relativi alla tenuta al volto, previsti, invece, dall’iter certificativo che porta all’apposizione della marcatura CE, e dunque di esporre, in particolare chi lavora in ambito industriale, a potenziali pericoli per la propria salute”.
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